Certo deve essere difficile spiegare ai propri figlioletti che bisogna lasciare la propria casa per sfuggire alle bombe degli invasori: una fuga nel freddo gelido, mettendosi in cammino per varcare il confine al riparo dalla guerra. Sembrerebbe impossibile, ma un papà ci è riuscito. Un po’ come come Roberto Benigni nel suo film capolavoro “La vita è bella”. E, senza mai perdere il sorriso, ha trasformato un momento drammatico in un gioco per i suoi piccoli. Marco Gallipoli è un fotografo italiano che si è stabilito a Leopoli, in Ucraina, dove ha trovato l’amore e costruito la sua famiglia. Mai avrebbe pensato di diventare un profugo, costrette a lasciare l’Ucraina per scappare dalla guerra. Invece ha dovuto decidere di partire, per mettere in salvo i suoi bimbi, Aurora e Flavio, di 7 e 9 anni.
Quando l’esercito russo ha sferrato la sua offensiva e i primi carri armati hanno invaso l’Ucraina, Marco ha deciso di portare in salvo i suoi figli e si è dunque messo in marcia verso il confine con la Polonia. Sua moglie no, lei è voluta rimanere a Leopoli per difendere il suo Paese: «Viene da una famiglia che ha già combattuto per impedire l’invasione sovietica, non poteva tradire l’insegnamento che le ha lasciato la nonna – ha spiegato Marco –. Farà la volontaria, pronta ad aiutare i profughi». E così ha avuto inizio la rocambolesca fuga di un papà preoccupato solo di proteggere i propri bambini.
Insieme si sono messi in marcia a piedi verso il confine con la Polonia, distante ben 30 km dalla loro città, dove poter trovare la salvezza. Papà Marco ha pensato che avrebbe fatto prima andando a piedi. Una lunga camminata, per evitare di restare imbottigliati nelle strade che erano bloccate dalla infinita fila di auto, tutte dirette alla frontiera. E si è incamminato con i suoi figli, sotto un cielo rischiarato dai lampi dei missili nemici, affrontando un freddo molto intenso. Ma, sempre con il sorriso sulle labbra, e cercando di trasformare un momento drammatico in un’avventura mozzafiato. Un vero e proprio gioco con cui intrattenere i suoi figli.
L’impresa di papà Marco non è stata facile: lui stesso l’ha raccontata su Facebook, documentando la fuga verso la Polonia con il suo smartphone. «Per tutto il viaggio ho pensato che mi sarei dovuto inventare qualsiasi cosa per rendere questo momento il meno traumatico possibile per i miei bambini». Finalmente sono arrivati al confine con la Polonia, e il papà, continuando a scherzare con i suoi bimbi, l’ha raccontato come l’arrivo al traguardo di una lunga maratona. «Guardate che bello bambini, guardate quanta gente che ci aspetta». I piccoli non hanno avuto la percezione degli orrori della guerra per merito suo: «Nella strada tanta gente ci ha offerto da bere, il caffè, anzi il tè, poi pure i biscotti. È stato bello, adesso siamo in un altro posto». La loro avventura, del resto, si è conclusa al meglio, ma è solo una tappa, non è certo finita.
L’obiettivo è raggiungere l’Italia, e da lì partire per gli Stati Uniti. Poi, dopo avere sistemato i figli, Marco vuole tornare a Leopoli. Anche per affiancare sua moglie e i suoi concittadini contro un’invasione che ha già mietuto troppe vittime. Sono in effetti tantissime le testimonianze di coraggio e di lealtà verso il Paese che arrivano dagli ucraini. E, nel dramma, ci sono anche storie che scaldano il cuore.