Con la guerra, prezzo del grano alle stelle: problemi per pane e pasta

Le conseguenze della guerra si riversano sul prezzo del grano. Dopo dieci giorni dall’inizio del conflitto, i costi sono cresciuti del 40/50%

I costi del pane e dei prodotti da forno potrebbero aumentare

Gli effetti della guerra in Ucraina si fanno sentire anche nel nostro Paese. Ma non solo per il petrolio. Sotto la spinta dell’attacco della Russia all’Ucraina aumentano anche i prezzi di pane e pasta con ricadute pesanti per le tasche degli italiani. Ciò è dovuto al balzo delle quotazioni che si registrano sui mercati mondiali nelle quotazioni del grano. Nel giro di pochi giorni il prezzo di prodotti come il grano, già parecchio cari, sono schizzati alle stelle. Com’è facile intuire, la causa di questa nuova stangata è la sospensione delle spedizioni delle materie prime dall’Ucraina, che insieme alla Russia, esporta il 29% del grano a livello mondiale. E per quanto riguarda le scorte di questo cereale, della nostra nazione sono ormai ai minimi storici. Per quanto riguarda il prezzo del grano, basta considerare che dopo meno di 24 ore dall’invasione russa in Ucraina, i costi erano già balzati del 5,7%. Dopo dieci giorni dall’inizio del conflitto, i costi delle farine di grano tenero provenienti dall’Ucraina sono cresciuti del 40/50%.

L’ALLARME DI COLDIRETTI

L’Ucraina è anche il nostro secondo fornitore di mais, con una quota di poco superiore al 20%. Nei primi undici mesi del 2021 sono state 600.000 le tonnellate importate in Italia. Naturalmente il nostro Paese non è l’unico a trovarsi in questa difficile situazione, ma è uno di quelli che ne pagherà di più le conseguenze di questa guerra. L’allarme arriva da Coldiretti, secondo cui le riserve potrebbero bastare per altri due mesi circa. In poche parole entro Pasqua rischiamo di restare senza grano e di conseguenza senza pane né pasta. Coldiretti spiega: «Una emergenza mondiale che riguarda direttamente l’Italia che è un Paese deficitario ed importa addirittura il 64% del proprio fabbisogno di grano per la produzione di pane e biscotti e il 53% del mais di cui ha bisogno per l’alimentazione del bestiame».