Le aziende familiari si sono affermate negli ultimi due decenni come un ambito di studio in rapido progresso, che ha attratto ricercatori dei più diversi ambiti disciplinari, – economia, management, psicologia, sociologia, scienze della famiglia, diritto, storia, antropologia, – attratti dalla loro pervadenza, dalle loro caratteristiche peculiari e dalla loro complessità.
La contemporanea presenza di due sistemi sociali – la famiglia e l’impresa – delle quali vengono pressoché universalmente riconosciute le differenze di ruolo, obiettivi e prospettive aggiunge un ché di specifico ad ogni fenomeno in osservazione, rispetto a quanto riscontrato nello studio di una sola delle due componenti. A tale considerazione non sfugge il tema del conflitto. Tema studiato da molte discipline e con una copiosissima bibliografia sia in riferimento alla famiglia che con riferimento all’impresa.
Tuttavia, la conflittualità che si determina nelle aziende familiari assume connotazioni specifiche, proprio in relazione alla contemporanea presenza prima citata. Conflitti che si producono in ambito familiare, possono facilmente influenzare ritmo e contenuti dei processi decisionali, clima organizzativo, funzionamento degli organi di governo e direzione, relazioni lavorative, e ripercuotersi sulle performance d’impresa.
Analogamente, in direzione opposta, conflitti originati nel contesto aziendale, possono riverberarsi sul fronte familiare, deteriorando le relazioni, e l’armonia, fino al punto di generare fratture irrisolvibili in quello che costituisce l’ambito più intimo della vita sociale delle persone.
Saper riconoscere le diverse tipologie di conflitto – cognitivo, di processo, relazionale – e identificare quelle che svolgono un ruolo potenzialmente positivo, e quelle che svolgono un ruolo negativo risulta di fondamentale importanza per la scelta delle strategie per la prevenzione e la gestione del conflitto.
La conoscenza del fenomeno può accrescere la consapevolezza dei possibili esiti dei conflitti negli stessi protagonisti, stimolandoli ad adottare comportamenti che prevengano l’insorgere degli antecedenti connessi alle tipologie più devastanti di crisi – quelle relazionali -, intervenire prontamente in presenza dei primi segnali, valutare con realismo le conseguenze delle proprie azioni.
Il conflitto cognitivo è legato a disaccordi sull’adozione di una determinata strategia. Si tratta di conflitti cosiddetti task-related, liberi da influenze di carattere emotivo, che si sviluppano a partire da idee ed opinioni differenti riguardo agli obiettivi da perseguire ed alle strategie attraverso cui raggiungerli.
Il conflitto di processo è legato al modo in cui gli obiettivi debbano essere raggiunti. Scaturisce da decisioni riguardanti le modalità con cui un determinato corso di azione dovrebbe essere perseguito e le competenze individuali debbano essere associate alle necessità aziendali.
Il conflitto di relazione è incentrato su emozioni e sentimenti negativi rabbia, fastidio, frustrazione, e disgusto. Al confronto con il conflitto cognitivo che si centra sul lavoro, il conflitto relazionale si centra su scontri interpersonali, percezioni di animosità personale, e di incompatibilità. L’assunzione di decisioni irrazionali può arrivare ad essere rampante e le decisioni possono essere guidate dall’emotività invece che dalla razionalità. Si caratterizza per la presenza di ira, risentimento e preoccupazione e può sfociare in una totale mancanza di produttività in quanto può condurre a processi decisionali poveri o persino a una mancanza di decisionalità che possono impedire comportamenti imprenditoriali a causa della sua influenza negativa sui processi decisionali, limitando la capacità di crescita di un’azienda familiare.
I conflitti relazionali possono essere la conseguenza di una cattiva gestione di conflitti di obiettivi o di processo prolungata nel tempo. Per questa ragione, dedicare l’attenzione, il tempo, l’energia e la fatica necessari alla corretta gestione dei conflitti fin dalle loro prime manifestazioni, e imparare a controllarli e a dare loro una direzione positiva risulta di fondamentale importanza per sia per la continuità dell’impresa che per la solidità delle relazioni familiari.