Un vero e proprio strangolamento. E’ quanto emerso nel corso dell’autopsia eseguita sul corpo di Laura Perselli, individuato la scorsa settimana durante le operazioni di ricerca nel fiume, all’altezza di laghetti di Egna. Ad eseguire l’esame, su incarico della procura, il medico legale Dario Ragniero e, per la difesa, dall’anatompatologo Eduard Egarter Vigl, su incarico della Procura che coordina le indagini.
Dall’esame, e dagli ulteriori accertamenti, gli inquirenti sperano di ottenere ulteriori indizi e prove utili a ricostruire quanto è accaduto. In carcere resta il figlio della coppia, Benno Neumair, accusato del duplice omicidio e dell’occultamento dei cadaveri: il giovane, però, continua a negare. La maxi operazione sull’Adige si e conclusa oggi, con un nulla di fatto, il corpo di Peter non è stato trovato.
Il giallo della coppia scomparsa a Bolzano è cominciato il 4 gennaio scorso con la scomparsa di Peter Neumair, 63 anni, e Laura Perselli, 68 anni.
Quella mattina i due erano usciti a piedi e non hanno più fatto ritorno. Dalle prime indagini erano subito emersi elementi che hanno portato gli inquirenti a pensare al figlio Benno come unico possibile responsabile dei fatti. Tanto che l’uomo aveva ricevuto l’accusa di omicidio volontario ed occultamento di cadavere, in seguito anche a tracce biologiche di sangue trovate nella sua auto. Inoltre all’interno della vettura, intestata al padre, i Ris di Parma avevano rinvenuto anche un grosso flacone di acqua ossigenata. Utilizzata per tentare di occultare le prove.