Coronavirus, ecco le regioni che rischiano nuove restrizioni

Sarebbero 7 le Regioni che rischierebbero nuove limitazioni per contrastare il contagio da coronavirus in Italia

Regioni

Da poco più di due giorni le Regioni d’Italia sono divise in tre zone, gialla, rossa e arancione come imposto dal nuovo Dpcm per contrastare l’aumento di contagio da coronavirus. Il Ministro della Salute Roberto Speranza, però, ha annunciato che ci potrebbero essere nuove restrizioni nelle prossime ore.

REGIONI A RISCHIO NUOVE RESTRIZIONI

Liguria, Veneto, Umbria, Campania, Toscana, Emilia Romagna e la provincia autonoma di Bolzano rischiano di passare da “zona gialla” a “zona arancione”. Si andrebbero a aggiungere alla Sicilia e alla Puglia che non dovrebbero subire variazioni.

Il presidente della Regione Liguria Giuseppe Toti ha aggiornato con un post su Facebook la situazione della regione: “Gli indicatori forniti dalla nostra Regione sono tempestivi e accurati, il nuovo report arrivato in queste ore dall’Istituto di Sanità conferma i dati del precedente, quello sulla base di cui la Liguria è stata classificata zona gialla. Il Governo ha deciso di dividere il Paese in fasce e lo reputo un metodo accettabile. Poi però non mettiamoci a contestare quei dati che le Regioni, con attenzione e un grande lavoro, trasmettono a Roma”.

L’AUSPICIO DELL’ISTITUTO SANITARIO

Il presidente dell’Istituto superiore di Sanità, Silvio Brusaferro ha parlato a “La Repubblica”: “Dalla prossima settimana speriamo di vedere miglioramenti negli indicatori dell’epidemia. Se rispettiamo i divieti, potremo ridurre la diffusione del virus e riaprire le attività commerciali“.

Nella cabina di regia dell’iss non si fa politica:  “Le valutazioni del rischio a livello regionale non sono pagelle, ma strumenti che ci aiutano a navigare” spiega Brusaferro.

GESTIONE DELL’EPIDEMIA

Brusaferro ha anche illustrato cosa è importante fare per limitare il contagio: “La gestione di un’epidemia ha una prima linea importante: individuare precocemente i positivi e i loro contatti stretti, per poi sottoporli alla quarantena. Quando però la curva del contagio scappa via verso l’alto, il tracciamento diventa più difficile se non impossibile. Dal contenimento si passa alla ‘mitigazione”.

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