Covid, sfide e opportunità per i lavoratori pubblici: “Bisogna guardare al futuro”
L’intervista a Massimo Battaglia, segretario generale Confsal Unsa, in occasione dell’assemblea di stamani all’hotel “Città del Mare” di Terrasini
Il Covid, le sfide che ha posto al settore pubblico ma anche le opportunità e le nuove prospettive. Questi i temi al centro dell’assemblea Confsal Unsa che si è tenuta stamani all’hotel “Città del Mare” di Terrasini.
“È sempre un momento di confronto quando si parla con i lavoratori, credo che siano spazi molto importanti di grande democrazia”. Così dichiara a Palermo Live Massimo Battaglia, segretario generale Confsal Unsa. “L’ascolto delle persone, questo è quello che manca ultimamente al sindacato e alla politica, che non sanno più ascoltare. Questa è una delle riflessioni che pongo sempre nelle assemblee”.
La pandemia di Covid e il ruolo dei dipendenti pubblici
Battaglia sottolinea, in particolare, il ruolo cruciale svolto dai lavoratori pubblici in seno alla pandemia. “Lo stesso presidente della Repubblica ha usato parole importanti durante la pandemia per tutti i dipendenti pubblici, in generale. Hanno dato qualcosa di importante a questo Paese, hanno garantito i servizi pubblici“.
Un esempio è quello di Inps, che ha garantito i vari ammortizzatori stabiliti dal governo, con un grande sforzo in smart working e non solo. “Anche con una sofferenza di organico importante – sottolinea il segretario generale Confsal Unsa -. Possiamo estenderlo anche ad altre situazioni, perché dobbiamo partire dal presupposto che per diversi anni non c’è stato un ricambio generazionale. Abbiamo amministrazioni il 30-40% sotto organico. Se lo focalizzate nel periodo pandemico, per l’Inps ad esempio ci sono stati importanti interventi del governo e i lavoratori che hanno usufruito della cassa integrazione. Credo che invece di criticare i dipendenti pubblici, come ormai la politica fa da tempo, le parole del presidente della Repubblica abbiano compensato gran parte delle stupidità che ho ascoltato per anni. Questo bisogna dirlo con forza e con orgoglio. La nostra confederazione e le nostre federazioni sono state sul terreno di gioco per due anni e mezzo a tutela dei lavoratori fragili, dello smart e a tutela della garanzia dei servizi ai cittadini italiani”.
Verso un cambio della pubblica amministrazione
Un commento anche sul nuovo contratto frutto di una lunga trattativa all’Aran e di una lotta coesa tra le varie sigle sindacali. “Un contratto che, seppur scaduto – ormai ci siamo abituati, in Italia difficilmente si fa un contratto all’inizio delle trattative, è un problema atavico purtroppo – rappresenta credo un primo inizio di un cambio della pubblica amministrazione“.
Battaglia ne chiarisce le ragioni. “Abitualmente si parla di smart, ma questo delle funzioni centrali è il primo che lo contrattualizza. Nemmeno nel privato esiste lo smart working contrattualizzato. Molte aziende private stanno riducendo i costi degli immobili e fanno due lavoratori dentro e tre fuori, la settimana successiva tre dentro e due fuori. Ciò vuol dire che la maggior parte delle aziende diminuiscono i costi e forse aumentano il numero dei servizi”.
Infine, la necessità di un cambio di visione. “Bisogna cambiare la cultura del lavoro pubblico – conclude Battaglia -. Fin quando non si arriva a pensare ad un cambio non solo generazionale, ma anche professionale sul lavoro pubblico… Bisogna guardare al futuro. Così come l’industrializzazione ha cambiato il lavoro privato, l’informatizzazione cambierà il lavoro pubblico“.