Crisi di Governo, cosa succederà? Tutti gli scenari possibili
Crisi di governo, cosa succede adesso: tutti i possibili scenari dopo la conferenza stampa di Matteo Renzi.
Dopo l’approvazione del Recovery plan, senza i voti di Italia Viva, le luci dei riflettori si sono spostate su Matteo Renzi che in una conferenza stampa ha confermate le dimissioni delle ministre dell’Agricoltura Teresa Bellanova e della Famiglia Elena Bonetti, oltre al ritiro del sottosegretario agli Esteri Ivan Scalfarotto. Dando il via, così, ad una crisi di governo destinata a mettere la parole fine al secondo governo Conte. A sera, aprendo il Consiglio dei ministri, il premier ha annunciato di aver informato il Quirinale ed ha, accettato il passo indietro di Teresa Bellanova ed Elena Bonetti. Ha parlato di “grave responsabilità” e “notevole danno al Paese” prodotto da un gesto che non può essere sminuito. Ha anche affermato di aver cercato “fino all’ultimo utile” il dialogo ma il terreno è stato “disseminato di mine”.
Ancora non è chiaro quale sarà lo sbocco della crisi. Ci potrebbe essere un rimpasto concordato, ma Conte potrebbe anche dimettersi. Questo potrebbe dare il via ad un Conte ter, o ad un nuovo governo istituzionale, ma anche elezioni. Vediamo una sintesi di tutte le ipotesi possinìbili:
CONTE SI DIMETTE
il premier Giuseppe Conte potrebbe prendere atto che il venir meno di una delle quattro forze di maggioranza apre un problema politico. Sale al Quirinale, rimette il mandato e si affida per la soluzione della crisi al presidente della Repubblica. Passaggio doloroso per Conte, che però lo renderebbe ancora spendibile per un reincarico.
CONTE NON SI DIMETTE
il premier non si dimette, assume l’interim dei ministeri lasciati liberi da Bellanova e Bonetti (Agricoltura e Famiglia) e si prende tutto il tempo che serve per l’iter parlamentare del Recovery plan. La caduta del governo sarebbe rimandata e la conta anche. Ma quanto può durare? Basterebbe una mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni per decretare la fine del Conte bis.
CONFRONTO IN PARLAMENTO
Il presidente del Consiglio non rinuncia all’idea della sfida alla luce del sole. Si presenta nell’aula del Senato, puntando metaforicamente il dito contro Renzi. Gli rimprovera di aver aperto una crisi al buio con oltre 600 morti di Covid al giorno, con la campagna vaccinale appena iniziata, i 209 miliardi del Recovery da prendere e la presidenza italiana del G20 da affrontare.
CONTA IN AULA
Con il passaggio in Parlamento si aprirebbero due strade. Una sarebbe la conta in aula subito, sperando che i Responsabili si materializzino e siano più numerosi possibile. Ci potrebbero essere tre o quattro renziani pentiti, qualche centrista Udc e dintorni, alcuni transfughi ex 5 Stelle in cerca di casa e magari anche qualche «azzurro». Scenario debole, che non piace al Pd ed è visto malissimo dal presidente Mattarella. La seconda strada percorribile sarebbe rimandare la resa dei conti e, dopo il discorso in aula, salire al Quirinale per chiedere tempo. Quindi ottenere il mandato a cercarsi una maggioranza solida e non raccogliticcia. È a questo punto che potrebbero manifestarsi nuovi gruppi pronti a sostituire i 18 senatori di Renzi e garantire qualche mese di sopravvivenza al Conte ter.
RIMPASTO
Visto il clima avvelenato che c’è può sembrare incredibile, ma potrebbe essere possibile anche un rimpasto. Prima del Cdm di martedì c’era qualche ministro che confidava di sperare ancora nel miracolo. «Vedrete, non succederà nulla… Finirà con qualche cambio di caselle nel governo». L’potesi è remota, ma tutto è possibile.
DI MAIO O FRANCESCHINI
Se i responsabili non bastano e Conte non raccoglie i voti necessari, si aprono le consultazioni, e l’attuale premier potrebbe essere mollato anche dal Pd. Che si giocherebbe la partita della premiership per Dario Franceschini. Il ministro della Cultura avrebbe un solo rivale: Luigi Di Maio, unico leader dei 5 Stelle veramente in corsa. Il nuovo governo avrebbe la stessa maggioranza: Pd, M5S, Leu e IV.
GOVERNO DI UNITÀ NAZIONALE O GOVERNO ELETTORALE
Al Pd lo scenario di un governo di salute pubblica non piace, lo ha ribadito con forza Andrea Orlando: «Escludo il nostro appoggio». Ma i parlamentari di ogni colore potrebbero formare un governo con «tutti dentro» e i profili che girano sono quelli di Mario Draghi e Marta Cartabia. Il nome della ex presidente della Corte Costituzionale è anche quello su cui potrebbe puntare il Quirinale per un governo elettorale: pochi mesi, per portare il Paese al voto anticipato tra maggio e giugno, prima che scatti il semestre bianco.
GOVERNO DI CENTRODESTRA
Il leader della Lega Matteo Salvini ha spesso dichiarato: «L’alternativa a questo governo sono le elezioni o un governo di centrodestra». Per quest’ultima ipotesi c’è qualcuno che ha anche azzardato il possibile “ribaltone” in favore del centrodestra grazie al sostegno di Italia Viva e di una parte del Movimento 5 Stelle