“La Cultura diffusa per il rilancio delle periferie di Palermo”: agorà organizzato dalla consigliera Gentile
Le Agorà, ideate da Enrico Letta, sono dei momenti di ascolto e condivisione tra esponenti del PD e chi da anni ha operato nell’associazionismo no profit, nell’impresa di settore, nelle Istituzioni, nel volontariato
Agorà dal tema “La Cultura diffusa per il rilancio delle periferie di Palermo”, organizzata da Milena Gentile consigliera comunale del Partito Democratico, al San Mattia dei Crociferi in via Torremuzza alla Kalsa.
“Per questa Agorà ho invitato esperti, operatori culturali, esponenti delle istituzioni culturali, scolastiche e del mondo ecclesiastico più innovativo. Il tutto invitandoli a confrontarsi sulla possibilità di creare reti capaci di sviluppare ulteriormente l’internazionalizzazione dell’immagine-brand di Palermo. E, nel contempo, in un’ottica di città policentrica, attivare un percorso nel quale gli eventi culturali non lascino il vuoto ma diventino occasioni rigenerative degli spazi e delle dinamiche sociali dei quartieri, soprattutto di quelli più marginali“. Queste le dichiarazioni di Milena Gentile.
“Oggi più che mai, soprattutto a Palermo, si avverte l’emergenza di recuperare la domanda diffusa di cultura, specie nelle nuove generazioni. Quest’ultima gravemente compromessa dalle disuguaglianze di chances, di possibilità di riuscita scolastica e lavorativa. Oltre che di emancipazione e mobilità sociale e spaziale, in un tessuto oggi devastato nelle originarie articolazioni produttive. Creare domanda culturale è un presupposto essenziale per la sopravvivenza dei beni culturali e delle arti, oltre che della città tutta” – continua Milena Gentile.
“La vera sfida per la Palermo oltre il 2022 – conclude Gentile – è riuscire a creare una sorta di “ossatura culturale” dei quartieri… Nessuno escluso, dove chi opera cultura venga riconosciuto e valorizzato attraverso sistemi stabili e strutturali. I quali producano sviluppo locale, cultura di prossimità inserita in processi di internazionalizzazione e laboratori permanenti. In questo processo di rinnovamento dell’approccio alla cultura un ruolo fondamentale deve svolgere il patrimonio immobiliare ecclesiastico, privato, e pubblico, con particolare riguardo ai beni confiscati”.