Ai domiciliari in casa canonica, ruba denaro e carta di debito del prete: arrestato 42enne di Trapani

L’uomo avrebbe raggirato anche una collaboratrice della struttura religiosa e alcuni parenti

vicino

Aveva guadagnato la fiducia del prete, che gli aveva permesso di scontare i domiciliari in casa canonica, ma si sarebbe approfittato della situazione per compiere vari raggiri. È quanto sostenuto dai Carabinieri di Trapani, che con l’ausilio dei colleghi di Modica, hanno arrestato Giorgio Covato, 42enne destinatario di un’ordinanza applicativa di misura cautelare. Ad emetterla il Gip di Trapani su richiesta della locale Procura.

Il 42enne è ora accusato di calunnia e indebito utilizzo e falsificazione di strumenti di pagamento diversi dai contanti. Il tutto in relazione al periodo di tempo tra luglio 2021 e novembre 2021.

Domiciliari e raggiri in casa canonica

I Carabinieri, coordinati dalla Procura della Repubblica di Trapani, ritengono che l’indagato abbia raggirato un sacerdote e una sua collaboratrice. Guadagnata la fiducia del prete, che gli aveva consentito di scontare i domiciliari presso la casa canonica di cui era responsabile, l’uomo  sarebbe infatti riuscito ad appropriarsi di una sua carta di debito e a prelevare circa 1000 euro. Il tutto servendosi di un’ignara collaboratrice della struttura religiosa.

La donna, a sua volta, avrebbe effettuato diversi prelievi e ricariche, convinta dall’uomo che il denaro sarebbe stato utilizzato a favore degli altri ospiti della casa canonica.

Truffe alla collaboratrice e ai familiari

Le esigenze cautelari del provvedimento sono legate, invece, alle successive condotte illecite poste in essere dall’uomo. Vittime sia la collaboratrice che alcuni suoi familiari. Fingendosi prima un avvocato e poi un funzionario del Tribunale, l’indagato sarebbe riuscito a farsi consegnare cospicue somme di denaro. Sono state proprio le vittime, quando si sono rese conto della situazione, a rivolgersi ai Carabinieri.

Avendolo intuito, Covato si è allora reso irreperibile. Rintracciato ad Ispica dopo 17 giorni di latitanza, è stato portato nel carcere di Ragusa.

CONTINUA A LEGGERE