Accusata di avere avvelenato e ucciso il marito torna a casa dopo 16 giorni

Il ginecologo ha accertato che Loredana Graziano, la donna che avrebbe ucciso il marito con il cianuro, non può rimanere in cella

Omicidio

Loredana Graziano, la 36enne accusata di avere ucciso il marito con il cianuro, è rimasta ai Pagliarelli solo 16 giorni. Su istanza dei suoi due legali Giuseppe Di Maio e Vincenzo Lo Re, è stato dato incarico ad un perito di accertare lo stato di salute della donna di Termini Imerese, che è al quarto mese di gravidanza. Dopo l’esito della perizia effettuata da un ginecologo, il Gip ha deciso che le condizioni della detenuta non erano compatibili con la permanenza in cella. E quindi ha disposto il suo rientro in casa, dove potrà trascorrere agli arresti domiciliari il periodo di detenzione.

ACCUSATA DALL’EX AMANTE

A portare la donna in carcere sono state le accuse del suo ex amante, Fabio D’Angelo. Un amico di famiglia che la Graziano aveva denunciato per stalking. L’uomo, durante l’interrogatorio, ha riferito agli inquirenti che riteneva di essere vittima di una macchinazione. Secondo lui la denuncia per stalking era solo un escamotage architettato dalla sua ex amante. Che sperava, in un secondo tempo, in una loro convivenza lontano da Termini.

Per suffragare le sue affermazioni aveva messo a disposizione delle forze dell’ordine quattro schede MicroSd, che contenevano le chat che lui aveva intrattenuto con la donna. Dalle conversazioni è anche venuto fuori che la morte del marito della donna, deceduto un anno prima, non era stata per cause naturali, ma perché ucciso. Dai discorsi dei due è emerso che sarebbe stata la moglie ad avvelenarlo con il cianuro. Come poi confermato dalle successive analisi scientifiche, che hanno portato all’arresto della Graziano.