Elena, i suoi ultimi istanti nel racconto della madre: “Non ricordo di averle fatto male, solo di aver pianto”

Il racconto di Martina Patti agli inquirenti

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“Elena ha voluto mangiare un budino, poi ha guardato i cartoni animati dal mio cellulare. Io intanto stiravo”. Questo il racconto del pomeriggio del 13 giugno, quando Martina Patti ha ucciso la figlia, Elena Del Pozzo, di soli 5 anni. La donna aveva in un primo momento denunciato il sequestro della piccola, ad opera di ignoti all’uscita dall’asilo a Tremestieri Etneo. Una versione che non ha convinto gli inquirenti, ai quali ha infine confessato di essere stata lei a mettere fine alla vita della bimba.

“In serata saremmo dovute andare da un mio amico per il suo compleanno ed Elena era contenta – ha raccontato la giovane -. Poi siamo uscite per andare a casa di mia madre, ma poi ho rimosso tutto”. Il ricordo è confuso. “Non ricordo se ho portato con me qualche oggetto da casa. All’incirca erano le 14.30, siamo andate nel campo che ho indicato ai Carabinieri”. “Era la prima volta che portavo la bambina in quel campo… ho l’immagine del coltello, ma non ricordo dove l’ho preso. Non ricordo di aver fatto del male alla bambina, ricordo solo di aver pianto tanto”.

La donna ha affermato di non ricordare “cosa sia passato nella mia mente quando ho colpito mia figlia”. “Posso dire che non mi è passato nessun pensiero, era come se in quel momento fossi stata una persona diversa“. Ha aggiunto: “Quando ho colpito Elena avevo una forza che non avevo mai percepito prima”.

“Non ricordo la reazione della bambina mentre la colpivo, forse era ferma”. Il corpicino di Elena è stato trovato in cinque sacchi neri coperti da terra e cenere lavica.

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