Lanciato un concorso di idee per progettare la riqualificazione dell’ex cotonificio di Partanna- Mondello. La delibera del governo Musumeci arriva su proposta dello stesso presidente della Regione, che si è recato ieri in sopralluogo sul sito palermitano.
Progettato nel 1952 da Pietro Ajroldi e Franco Gioè, il Cotonificio è il simbolo dello sviluppo industriale siciliano negli anni successivi alla guerra. Un esemplare di “archeologia industriale”, ritenuto di pregio dall’urbanista Bruno Zevi. Articolata la serie di vicende che l’hanno visto protagonista. Tra queste, il sequestro nel 2014 per pericolo di inquinamento ambientale, la bonifica nel 2016 e il rischio di demolizione. Alcune cooperative volevano infatti destinarne l’area alla costruzione di 233 appartamenti.
Ad impegnarsi nella lotta per la salvaguardia dell’ex cotonificio, in particolare, l’associazione Aiace Palermo, che ha avanzato nel tempo diverse proposte per la destinazione del sito.
Il sopralluogo di ieri ha visto, oltre al presidente Musumeci, anche il dirigente generale del dipartimento regionale Tecnico Salvo Lizzio e la soprintendente dei Beni culturali di Palermo Selima Giuliano.
“Un luogo ricco di storia e di memoria, rimasto abbandonato pur essendo un bene pubblico. Per questo abbiamo deciso di recuperarlo con un concorso di idee, aperto a tutti i professionisti progettisti. Vogliamo restituirlo al quartiere e alla città: l’impegno finanziario sarà significativo, ma abbiamo il dovere di lavorare perché tutto quello che già esiste e ha un valore possa essere riqualificato e consegnato al territorio, riducendo il consumo di nuovo suolo. Questo è il nostro obiettivo”. Così ha dichiarato Musumeci a margine della visita.
L’opera di rigenerazione urbana consentirebbe di salvaguardare la memoria storica e sociale dell’ex cotonificio siciliano, ma anche di restituire alla collettività 5.500 metri quadrati di capannoni con altri 10 mila metri quadrati di terreno circostante, seguendo la felice sorte di numerose altre strutture industriali riconvertite in incubatori di imprese, centri socio-culturali, luoghi di aggregazione. Il concorso di idee consentirà di acquisire proposte concrete da parte di tecnici ed esperti sull’uso futuro dell’ex opificio.