Fallimento Palermo Calcio, la difesa dei Tuttolomondo: “Non è colpa nostra”
I fratelli Tuttolomondo, arrestati lo scorso mercoledì, hanno risposto alle domande del gip riguardo il fallimento del’ex Palermo Calcio
I fratelli Tuttolomondo hanno risposto alle domande del gip Lorenzo Jannelli riguardo il fallimento dell’US Città di Palermo. “La colpa non è nostra ma di chi ci ha preceduti, ovvero Zamparini” affermano i due imprenditori romani.
“Abbiamo portato piuttosto un milione e duecento mila euro. E speravamo che il passaggio in serie A avrebbe rilanciato la società. Nonostante la situazione, abbiamo provato a proseguire l’opera di salvataggio per evitare il fallimento”.
LE INDAGINI E L’ARRESTO
Mercoledì scorso i finanzieri di Palermo hanno provveduto all’arresto di Walter e Salvatore Tuttolomondo. Diverse le accuse, tra le quali: auto-riciclaggio e bancarotta fraudolenta. Le indagini hanno riguardato la cessione delle quote della US Città di Palermo effettuata nel corso del 2019 al prezzo di soli 10 euro a favore della SPORTING NETWORK s.r.l., società controllata dalla ARKUS NETWORK s.r.l., riconducibile ai fratelli Tuttolomondo.
Una vicenda che ha portato il club nel giugno 2019 a non ottenere l’iscrizione al campionato di Serie B, in quanto non aveva effettuato tutti i pagamenti entro il tempo indicato. La Lega Calcio e la COVISOC non hanno ritenuto sussistenti i requisiti minimi previsti dalla normativa in materia.