Sequestro di un laboratorio clandestino e di uno stabilimento enologico con sede a Partinico. Presenti all’interno 250 quintali di zucchero solido, 300 ettolitri di zucchero già disciolto in acqua. E infine oltre 37 mila ettolitri di vini e mosti recanti indicazioni geografiche o denominazioni di origine contraffatti nonché sofisticati con zucchero e acqua.
Sono altresì in corso perquisizioni e sequestri su tutto il territorio nazionale al fine di bloccare le partite di prodotto contraffatto e adulterato distribuite dai 5 responsabili dell’attività illecita. I reati contestati sono contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari e frode nell’esercizio del commercio e vendita di sostanze alimentari non genuine come genuine.
Le indagini hanno permesso di accertare che alcune aziende con sede a Partinico (imprese vinicole San Domenico Vini S.r.l., Soc. Coop. Cantina Sociale terre del sud, Cantina Primeluci S.r.l.s. e Lariana Wine Trading S.r.l.) sono riconducibili ad un noto soggetto pluripregiudicato. Si tratta di L.C.O. classe ‘64, con precedenti per reati fiscali: accusato di emissione e utilizzo di false fatturazioni, truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche, associazione per delinquere, anche di tipo mafioso, e violazione degli obblighi inerenti alla sorveglianza speciale.
Le aziende hanno posto in essere complessi artifizi contabili grazie all’ausilio di altre società consorelle costituite ad hoc e di “cartiere”. Fittizie introduzioni di mosti, uve e vini, con il mero fine di creare un presupposto di apparente legalità ai prodotti vitivinicoli, commercializzati con false denominazioni di origine e indicazioni geografiche siciliane, ottenuti mediante l’utilizzo fraudolento di zucchero (miscelato con l’acqua).
Infatti le partite di zucchero di barbabietola e zucchero di canna, acquistate in nero dalla Campania, giungevano presso un vero e proprio laboratorio clandestino. La gestione era affidata a un partinicese (G.G. classe ‘54) con numerosi precedenti per estorsione, truffa, violenza privata, reati contro l’economia, ricettazione, falso ed altro. All’interno del laboratorio veniva effettuata la miscelazione con acqua, ottenendo così un composto liquido strumentale alla preparazione di falsi vini e mosti. Dopo la miscelazione, il prodotto liquido ottenuto era destinato a uno stabilimento enologico di Partinico, ove hanno sede le imprese vinicole coinvolte nell’attività illecita. Quest’ultima vendeva i vini e mosti contraffatti e sofisticati ai vari clienti.
Grazie alle videoriprese presso il laboratorio clandestino effettuate dalle Fiamme Gialle di Partinico e alle dovute analisi documentate è stato possibile accertare che tra il 2018 e il 2020, le 4 imprese vitivinicole coinvolte hanno venduto oltre 90 mila ettolitri di prodotto vinoso a cantine vitivinicole e acetifici dislocati su tutto il territorio nazionale. Quest’ultime sono risultate estranee alla frode agro-alimentare.