Falso in bilancio Comune di Palermo: le intercettazioni

Le intercettazioni dell’inganno in mano alla Procura di Palermo. “Entrate gonfiate e uscite sovrastimate”. Al momento sono 24 le persone indagate, ma non è escluso che la lista si possa allargare

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Sono tanti i documenti nelle mani della Procura con le intercettazioni nell’inchiesta del falso in bilancio del Comune di Palermo che vede coinvolto il sindaco Leoluca Orlando insieme ad altre 23 persone. Dal materiale raccolto, come riporta Live Sicilia, emergerebbero le prime ipotesi avute dal pm: “le previsioni di entrate gonfiate e uscite sovrastimate”.

Dalle intercettazioni il più preoccupato appare il ragioniere generale Bohuslav Basile che a fine gennaio 2019 confida ad un altro burocrate, Ignazio Tabone, che lavora a Villabate: “… ti posso dire che sono stato quattro ore con la guardia di finanza c’è un indagine colossale. Io non ti posso dire altro ti posso solo dire che sono venuti in sei.  Mi mancano un sacco di soldi, entrate gonfiate dei tributi, minchia mi viene da piangere“. Lo stesso Basile, qualche mese dopo in un’altra chiamata si lascia andare: ““Ignazio (Tabone, ndr), siamo falliti, siamo falliti non voglio rimanere schiacciato, io non lo so gestire il dissesto”.

Intercettazioni: pressioni sulla gestione Rap

 “… Sì oggi me lo sono fatto quantificare più di diecimila pratiche non assegnate… sono comunque cose gravi… sono pratiche non lavorate, non assegnate cioè anche la Rimedio tutto questo ha fatto… voglio vedere appena gli scriviamo che le previsioni sono tutte gonfiate che le pratiche non sono lavorate”. Questo è quanto dice Maria Mandala, che dal 2019 si occupa del settore dei tributi, a Basile sul discorso della Tari, tassa sui rifiuti. “Situazioni fasulle per le entrate e false dichiarazioni negli accertamenti”.

Dalle indagini della Guardia di Finanza, inoltre, emergerebbe in un altro fascicolo di intercettazioni “l’azione pressante che il sindaco di Palermo Leoluca Orlando e il vicesindaco Fabio Giambrone svolgono nei confronti di Giuseppe Norata, rappresentante legale della Rap”; quest’ultimo viene spinto ad assumere un dipendente di un’altra partecipata, la Reset spa. Norata, prima di allinearsi alle direttive dell’amministrazione comunale mostra delle perplessità “non avendo sufficienti coperture finanziarie rischiando così di portare al fallimento Rap”.

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