Ieri si è tenuto il classico “Concertone” del primo maggio, andato in onda su Rai 3 dalla Cavea dell’Auditorium Parco della Musica a Roma, per il secondo anno consecutivo senza pubblico a causa della situazione pandemica. Ad accendere l’evento 40 artisti, anche se uno in particolare tra loro si è preso la scena più di altri. Si tratta di Fedez, che ha voluto sottolineare, prima di iniziare il suo discorso, che la Rai aveva messo in un primo momento un veto alle sue parole.
Argomento del contendere la mancata approvazione del Ddl Zan contro l’omofobia da parte della Lega. In particolare però, la Rai si era opposta su alcune specifiche citazioni di personaggi politici legati al partito di Salvini.
“Oggi quando sono salito sul palco mi hanno chiesto: primo maggio, racconta la tua prima volta. Ed effettivamente questa è stata la mia prima volta. – Esordisce il cantante – È la prima volta che mi è successo di inviare un testo di un mio intervento perché doveva essere messo al vaglio per approvazione da parte della politica. Approvazione che purtroppo non c’è stata in prima battuta. Dai vertici di Rai 3 mi hanno chiesto di omettere dei nomi, dei partiti ed edulcorarne il contenuto. Ho dovuto lottare tanto ma alla fine mi è stato dato il permesso di potermi esprimere liberamente. Mi assumo tutte le responsabilità di ciò che dico e faccio. Sappiate però che il contenuto di questo intervento è stato definito dalla vicedirettrice di Rai 3 come inopportuno“.
Fedez, dopo le prime precisazioni, inizia il suo discorso esortando il premier Draghi a prendere ad intervenire in prima persona a salvaguardia del settore dello spettacolo. “Capisco che il calcio è il vero fondamento di questo Paese, ma non dimentichiamoci che il numero dei lavoratori dello spettacolo e del calcio si equivalgono.” Successivamente “arriva la parte forte“, come afferma lo stesso cantante.
“Ostellari ha deciso che un disegno di legge approvato alla Camera può essere bloccato dalla voglia di protagonismo di un singolo, cioè sé stesso. Ma d’altronde Ostellari fa parte di un movimento politico che negli anni si è distinto per la grande lotta all’uguaglianza. – Afferma ironicamente il rapper – Vorrei decantarvi un po’ dei loro aforismi, se posso. “
A quel punto Fedez inizia ad elencare una serie di affermazioni omofobe pronunciate negli anni da esponenti della Lega. In particolare la frase di partenza, “se avessi un figlio gay lo brucerei nel forno”, del consigliere lega Liguria Giovanni De Paoli, è la frase presa ad esempio dall’artista nel confronto pre-diretta con la Rai. Prima di andare in scena, infatti, Fedez riprende la telefonata con i vertici dell’emittente nazionale, e pubblica il video sulla sua pagina facebook.
“Ritengo inopportuno il contesto”, afferma Ilaria Capitani, vice direttore di Rai 3. “Perfetto ma io potrei fare ciò che voglio, visto che non c’è un contesto di censura? – Ribatte Fedez – Posso fare cose che per voi sono inopportune ma per me sono opportune? Posso si o no?.” A questa domanda gli interlocutori manifestano evidenti difficoltà, e il rapper rincara la dose: “Non avete il coraggio di rispondere a questa domanda? Questo palco rappresenta la riapertura e il futuro. Nel vostro futuro i diritti civili sono contemplati oppure no? Sono imbarazzato per voi, davvero“.
Il video si interrompe qui ma Fedez, come rivela poi in diretta nazionale, riesce comunque a strappare il consenso alla Rai e sale sul palco a fare il suo discorso integrale, facendo nomi, cognomi e riferimenti ben precisi. Già in mattinata Salvini aveva chiesto di non pronunciare “comizi di sinistra”. “Il concertone costa circa 500.000 euro agli italiani, sarebbero fuori luogo“, aveva affermato il leader della Lega. Ma anche qui non si era fatta attendere la replica di Fedez: “Vado gratis e pago i miei collaboratori che non lavorano da 1 anno“.