Femminicidio di Caccamo, i familiari di Roberta Siragusa si costituiscono parte civile

Oggi l’udienza davanti al gup del Tribunale di Termini Imerese, che deciderà sul rinvio a giudizio di Pietro Morreale

roberta siragusa

Si sono costituiti parte civile Iana Brancato e Filippo e Dario Siragusa, genitori e fratello di Roberta Siragusa, la giovane di 17 anni uccisa a Caccamo ormai quasi un anno fa. Oggi, 5 gennaio, l’udienza preliminare davanti al gup del Tribunale di Termini Imerese, Claudio Emanuele Bencivinni, è in corso. Pietro Morreale, ex fidanzato di Roberta, è accusato di omicidio volontario e di occultamento di cadavere.

Il gup oggi deciderà in merito al suo rinvio a giudizio. A Morreale, detenuto da un anno, sono contestate anche le aggravanti di avere commesso il fatto contro una persona a lui legata da relazione affettiva, la premeditazione e l’aver agito con crudeltà.

Parti civili anche la nonna di Roberta Siragusa e l’associazione “Insieme a Marianna”. Ad assistere la famiglia della vittima gli avvocati Sergio Burgio, Giuseppe Canzone e Giovanni Castronovo.

Il corpo senza vita di Roberta Siragusa fu ritrovato in un dirupo del Monte San Calogero, a Caccamo, lo scorso 24 gennaio. A consentire il rinvenimento era stato proprio Morreale. I due ragazzi avevano passato la serata insieme ad alcuni amici, avevano litigato e poi si erano allontanati. Morreale ha sostenuto che al culmine del litigio, proseguito in auto, la ragazza sarebbe scesa dal mezzo per poi cospargersi di benzina e darsi fuoco. Una versione controversa, alla quale non credono gli inquirenti.

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