Festa dei morti, le tradizioni e le origini del 2 novembre in Sicilia
Oggi 2 novembre ricorre la “Festa dei Morti”, ricorrenza molto sentita in Sicilia, imperniata attorno al ricordo dei propri cari che non ci sono più. Risalente al X secolo, la celebrazione si intreccia con l’antica narrazione che voleva che i morti, nella notte tra l’1 ed il 2 novembre, visitassero i loro familiari ancora in vita portando ai bambini dei doni. Ecco, così, che una ricorrenza dai toni mesti diventa occasione sì di ricordo ma di un ricordo affettuoso, capace di portare gioia attraverso i regali da parte di chi si è amato e adesso non c’è più.
La ricorrenza nella Chiesa Cattolica
La Commemorazione dei defunti segue quella di Tutti i santi l’1 novembre. In Italia non è mai stata istituita come festività civile, anche se molti la considerano un giorno festivo a tutti gli effetti. Secondo la Chiesa cattolica è preceduta da un tempo di preghiera in suffragio dei defunti della durata di nove giorni. Si tratta della novena dei morti, che inizia il 24 ottobre. Alla commemorazione dei defunti è, inoltre, connessa la possibilità di acquistare un’indulgenza, parziale o plenaria.
La Festa dei morti in Sicilia
Proprio per i racconti inerenti alla festività, in questo periodo dell’anno in Sicilia si svolgono molte fiere che tra le loro bancarelle mettono in vendita giocattoli e dolciumi. Tra le usanze più radicate, infatti, vi sono alcuni cibi tipici del periodo. Primi tra tutti i “pupi ri zuccaro” o “pupaccena”, un dolce colorato ricavato da zucchero duro dipinto a mano. Le figure rievocano la tradizione e richiamano alla memoria i Paladini di Francia, i personaggi tipici del teatro dei pupi siciliani. Tra le altre figure ad essere dipinte, c’è la contadina in abiti siciliani con il tamburello in mano, il carretto siciliano e altre figure tipiche fino ad arrivare, oggi, ai personaggi di cartoni animati e supereroi.
E poi l’iconico “Cannistru”, un cesto ricolmo di primizie di stagione, frutta secca, dolciumi e frutta di martorana. Tra taralli, tetù bianchi e marroni, e dolci vari si inserisce anche la tradizionale moffoletta che viene mangiata condita con olio, sale, pepe e origano, filetti di acciuga sott’olio e formaggio primosale.