Tamponi dai medici di famiglia? Clamoroso flop: manca tutto, e si discute
Mancano tamponi e sistemi di protezione. Oggi vertice a Palermo: un faccia a faccia fra la manager dell’Asp e i sindacati per provare a risolvere gli intoppi che bloccano tutto
Tre settimane fa era stato firmato un accordo fra la Regione e le due sigle più rappresentative dei medici di famiglia. In esso era previsto che questi professionisti avrebbero affiancato le Usca e gli ospedali, effettuando nei loro studi tamponi alle categorie più esposte, ed a chi era in attesa del controllo finale per uscire dalla quarantena. Collaborando quindi anche all’assistenza domiciliare dei positivi. Una soluzione questa che aveva alimentato le speranze di tanti, mortificate adesso dai risultati.
LE CATEGORIE CHE POTREBBERO USUFRUIRNE
È evidente che per chi deve effettuare un tampone, avere anche la possibilità di potersi rivolgere direttamente al proprio medico rappresenterebbe il classico uovo di Colombo. Si eviterebbero le lunghe procedure attuali nei pronto soccorso o nei drive in. Inoltre si alleggerirebbe il lavoro delle Usca. Potrebbe usufruirne di questa opportunità chi ha avuto contatti stretti con un positivo, ma anche chi è certo di essere stato almeno un quarto d’ora nello stesso posto di un contagiato. Inoltre, attingendo ad elenchi forniti dalle Asp, potrebbero essere controllati in tempi rapidi coloro che sono in quarantena senza più sintomi e attendono l’ultimo tampone per poter tornare alla vita normale.
TUTTO FERMO
Invece in Sicilia tutte queste opportunità al momento sono fallite, perché non si è mai passati alla fase operativa. Mancano i tamponi, e mancano i dispositivi di sicurezza. La Fimmg, Federazione italiana Medici di Medicina Generale, aveva fatto inserire una clausola che bloccava tutto se non fossero arrivati guanti, mascherine, tute e visiere per la protezione personale dei medici e ovviamente i tamponi. Ed è quello che è successo. Non è arrivato nulla e tutto si è fermato. Oggi potrebbe arrivare la soluzione. La manager dell’Asp di Palermo, Daniela Faraoni, riceverà i sindacati per provare a risolvere gli intoppi che hanno fatto dell’accordo una mera dichiarazione di intenti. Ma in ogni caso i medici prevedono che è difficile ipotizzare che il piano di screening possa decollare prima di metà dicembre.