Frenata vaccino Sanofi: in Italia saltano quaranta milioni di dosi

La società francese spiazza l’Italia: le consegne previste già a giugno slittano al 2022. AstraZeneca annuncia nuovi test con il russo Sputnik

CORONAVIRUS

FILE - This undated file photo issued by the University of Oxford on Monday, Nov. 23, 2020, shows of vial of coronavirus vaccine developed by AstraZeneca and Oxford University, in Oxford, England. With major COVID-19 vaccines showing high levels of protection, British officials are cautiously ? and they stress cautiously ? optimistic that life may start returning to normal by early April. Even before regulators have approved a single vaccine, the U.K. and countries across Europe are moving quickly to organize the distribution and delivery systems needed to inoculate millions of citizens. (University of Oxford/John Cairns via AP, File)

L’Italia nei giorni scorsi ha presentato un calendario del piano vaccino anti Covid. Ma se è pronta l’Italia, potrebbero non esserlo però i vaccini che l’Italia ha opzionato per l’acquisto. Si tratta di circa 202 milioni di dosi da somministrare agli italiani fino al marzo 2022. Una quota del maxi acquisto effettuato dall’Unione Europea, opzionato con sei differenti gruppi. Ma dopo il ritardo che accumulerà il composto di Oxford Astrazeneca a causa di una fase supplementare di studi, ieri è arrivato un altro annuncio che potrebbe incidere sul piano vaccinale italiano. Anche Sanofi e GlaxoSmithKline hanno annunciano un ritardo nel loro programma per un vaccino Covid a base di proteine ricombinanti per migliorare la risposta immunitaria negli anziani. Un aspetto non da poco se consideriamo che è la proprio la fascia d’età più esposta alla malattia in forma severa.

IL COMUNICATO E LA SITUAZIONE

Questa è la nota congiunta emessa da Sanofi-Gsk: «I risultati intermedi dello studio di fase 1/2, hanno mostrato una risposta immunitaria paragonabile a quella dei pazienti guariti da Covid-19 negli adulti di età compresa tra 18 e 40 anni, ma una bassa risposta immunitaria negli anziani, probabilmente a cauda si una concentrazione insufficiente dell’antigene». Dunque si va a uno studio di fase 2b, con una formulazione dell’antigene migliorata, che inizierà a febbraio. Se tutto andrà bene, il nuovo prodotto sarà disponibile solo a fine 2021. Attualmente i contratti in atto sono quindi, oltre quello con Pfeizer-BioNTech, quello con l’azienda tedesca CureVac e quello con Moderna. Infatti, oltre Sanofi sono in ritardo anche Johnson & Johnson e Astrazeneca, che ha annunciato nuovi test con il vaccino russo Sputnik.