Dopo la nota verbale indirizzata al governo italiano in cui la Santa Sede ha contestato alcuni articoli del Ddl Zan, il disegno di legge contro l’omotransfobia, un gruppo di ragazzi e ragazze appartenenti alla Generazione Z (nati dopo il 1995) si è riunito ai Quattro canti a Palermo per contestare quella che definiscono “un’inaccettabile ingerenza negli affari interni nazionali”.
Nell’evento facebook lanciato dai nativi digitali si legge:
“Siamo un gruppo di ragazz* appartenenti alla Generazione Z che non espone bandiere partitiche ma che ha l’obiettivo di dare una svolta generazionale ad una società spesso conservatrice e intollerante.
Il DDL Zan difende dalla discriminazione per omolesbobitransfobia, ma per la Chiesa Cattolica questa tutela è un attacco alla libertà di espressione. “
Nella nota consegnata all’ambasciata italiana presso la Santa Sede si legge: «Alcuni contenuti attuali della proposta legislativa in esame presso il Senato riducono la libertà garantita alla Chiesa Cattolica dall’articolo 2, commi 1 e 3 dell’accordo di revisione del Concordato». La Santa Sede con questa nota esprime le sue preoccupazioni rispetto alla libertà di organizzazione e del pubblico esercizio di culto, ma anche e soprattutto rispetto alla libertà di riunione e di manifestazione del pensiero che il Concordato assicurerebbe alla Chiesa, alle associazioni e organizzazioni e più in generale a tutti i cattolici.
Non è mancata la pronta risposta del Presidente del Consiglio Mario Draghi, il quale ha ribadito che “il nostro è uno Stato laico e non confessionale quindi il Parlamento è libero di discutere e legiferare. Il nostro ordinamento contiene tutte le garanzie per assicurare che le leggi rispettino i principi costituzionali e gli impegni internazionali tra cui il Concordato…”
I ragazzi e le ragazze in piazza ribadiscono più volte il loro appoggio per l’approvazione del disegno di legge e concludono: ” Non solo non accettiamo la posizione espressa dal Vaticano, ma ci opponiamo alla sua ingerenza negli affari interni nazionali e a tutti i privilegi di cui questa istituzione gode.”