Il procuratore di Patti ha chiesto al gip l’archiviazione dell’inchiesta relativa al delitto di Caronia, ritenendo che Viviana Parisi si sia suicidata e, prima dell’estremo gesto, abbia probabilmente soffocato il piccolo Gioele.
Daniele Mondello, marito della dj 43enne, tuttavia non ci sta. L’uomo non ha mai accettato la tesi dell’omicidio- suicidio e proprio qualche ora fa ha pubblicato su Facebook un audio inviato dalla moglie ad una amica di famiglia qualche giorno prima della tragica scomparsa.
“Voglio godermi mio marito, mio figlio, la mia casa e fare il minimo indispensabile per guarire, perchè penso che la salute è la prima cosa”. Così parlava Viviana Parisi in quel messaggio vocale del 19 luglio 2020.
Le parole di Viviana prendevano le mosse dalla notizia di un gruppo di suore di Rometta, inviatale dalla conoscente. “Non me le mandare queste cose di esorcismo, mi fanno paura – dice -. Io, guarda, ho avuto una fase e tuttora sto cercando di riposarmi un attimo perchè sono stanca; mi posso appoggiare alla Chiesa, ma ho avuto paura di tante cose e tuttora ne ho. Quindi voglio godermi mio marito, mio figlio, la mia casa e fare il minimo indispensabile per guarire, perchè penso che la salute è la prima cosa”.
“Questa cose di esorcismo, non ne voglio sapere di seguirle. Preferisco le piccole cose, quelle che mi hanno sempre fatto stare serena; le piccole cose per me sono la mia casa, che è il mio nido, mio marito e mio figlio. È questa la vita secondo me, è questo l’amore, l’amore della vita.
Il filmato si conclude con una promessa da parte di Daniele alla moglie e al figlioletto: “Amore mio lotterò fino alla fine per trovare chi vi ha portato via da me!”.
Carmelo Lavorino, criminologo e consulente della famiglia Mondello, raggiunto da Palermo Live ribadisce le posizioni finora sostenute. “Innanzitutto contestiamo il merito di quello che hanno scritto, perchè non c’è nessuna base scientifica, nessuna base logica e nessun riferimento. Hanno avanzato soltanto ipotesi non dimostrate”, afferma.
“Non hanno accettato minimamente le nostre indicazioni e la nostra collaborazione e questo si vede da quelle sette paginette firmate dal procuratore capo, che ho letto. Riteniamo che assolutamente non si tratti di suicidio; loro non hanno spiegato né perchè si è suicidata né come, nulla. Non hanno portato nessun riscontro. Quello che hanno detto un anno fa stanno continuando a dirlo imperterriti, non hanno dimostrato assolutamente nulla”.
Il dottor Lavorino continua: “Secondo noi, non si tratta di omicidio-suicidio, ma che sono precipitati madre e figlio in una fossa profonda 4-5 metri e lì sono morti per asfissia. Dopo di che è venuta una combinazione criminale che non aveva alcun interesse che i corpi fossero rinvenuti là, in quel posto, e sono stati traslati e portati sotto il traliccio e sotto l’altra parte, con la speranza che gli inquirenti cadessero in trappola. E gli inquirenti sono caduti in trappola”.
Quale sarà, dunque, il prossimo passo nella triste e intricata vicenda di Caronia? “Adesso – spiega Lavorino – aspettiamo che i nostri avvocati prendano l’intero fascicolo, che è enorme. Ci danno tutte le risoluzioni investigative, tutte le persone che sono state ascoltate, tutte le testimonianze, aspettiamo tutte quante le fotografie del rinvenimento e tutti accertamenti tecnici che sono stati effettuati, le trascrizioni telefoniche, le intercettazioni; aspettiamo tutto, dopodiché proporremo opposizione all’archiviazione spiegando che si sono sbagliati fin dall’inizio, sono entrati nel deserto dell’errore e non sono stati capaci di uscire”.