Sono giunte all’aeroporto militare di Ciampino le salme dell’ambasciatore Luca Attanasio e del carabiniere di scorta Vittorio Iacovacci, uccisi nell’attentato in Congo. Ad accogliere le salme ilpremier Mario Draghi ed i ministri della Difesa e degli Esteri, Lorenzo Guerini e Luigi Di Maio. Assente per un’indisposizione il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Sull’aereo viaggiavano anche la moglie e le tre figlie dell’ambasciatore, che con lui vivevano a Kinshasa, e alcuni dei congiunti del carabiniere, che erano partiti appositamente da Sonnino per assolvere a questo compito doloroso. Le esequie si terranno nella chiesa di Santa Maria degli Angeli. Successivamente le salme saranno trasferite nei Comuni di residenza, Limbiate (Monza-Brianza) per Attanasio e Sonnino (Latina) per Iacovacci.
Intanto sono molti i dubbi che avvolgono la morte dell’ambasciatore Luca Attanasio, del carabiniere Vittorio Iacovacci e all’autista Mustapha Milambo. Nonostante esista un video che mostra il momento dell’aggressione, si prospetta infatti difficile risalire in breve tempo agli autori del misfatto. Tanto più in un paese come il Congo dove sparatorie e rapimenti sono assai frequenti. Secondo un comunicato della presidenza congolese l’agguato sarebbe opera di una banda di rapitori che poi avrebbe ucciso a sangue freddo tutti i presenti dopo l’intervento delle guardie armate. Il governo ha spiegato che gli assalitori, sei e muniti di cinque armi di tipo Ak47 e di un machete, hanno sparato e obbligato gli occupanti dei veicoli a scendere e seguirli nel parco, non prima di uccidere uno degli autisti per creare panico. Avrebbero poi esploso dei colpi a distanza ravvicinata sulla guardia del corpo, deceduta sul posto, e sull’ambasciatore.
Dal comunicato sembrerebbe tutto chiaro. Invece ci sono interrogativi sulla dinamica dell’agguato. Il primo dubbio riguarda i tempi del decesso di Attanasio: non è chiaro se sia avvenuto sul colpo o dopo un tentativo di trasporto in ospedale. Si tratta per prima cosa di ricostruire l’evoluzione dell’assalto, per stabilire chi ha usato armi da fuoco e in quale fase. Stando alle prime notizie, i sei aggressori avrebbero sparato subito sulle vetture del convoglio del Wfp, il programma di aiuto alimentare dell’Onu, uccidendo l’autista Milambo. Poi Attanasio e Iacovacci sarebbero stati trascinati nella foresta, probabilmente per chiedere un riscatto. Dopo l’allarme per l’imboscata, sono intervenuti i rangers del Parco Virunga, un reparto paramilitare creato per proteggere l’oasi dei gorilla da bracconieri e guerriglieri. Secondo alcune versioni, Attanasio e Iacovacci sarebbero stati colpiti mortalmente durante lo scontro tra i rapitori e queste forze. Da qui l’ipotesi che potrebbero essere morti colpiti da “fuoco amico”.
Un altro dubbio riguarda la banda responsabile dell’attacco, per ora ancora rimasto non vendicato. Le Forze Democratiche della Liberazione del Ruanda, uno dei gruppi chiamati in causa, hanno negato di aver perpetrato l’aggressione. Inoltre c’è da chiarire per quale motivo i diplomatici viaggiassero senza scorta in una zona tanto pericolosa che invece sembrerebbe essere stata ritenuta sicura. A tal proposito la Farnesina ha chiesto un’inchiesta Onu per chiarire su quali basi non abbia giudicato necessaria la presenza dei militari. Non sarà un’indagine semplice. Gli investigatori del Ros sono già arrivati nella Repubblica Democratica del Congo e intendono chiarire tutti i punti oscuri dell’agguato nel quale hanno perso la vita l’ambasciatore Luca Attanasio, il carabiniere Vittorio Iacovacci e l’autista Mustapha Milambo.