Giornata dei Beni Culturali siciliani, i lavoratori Asu scrivono a Musumeci: “Basta chiacchiere”

In occasione della ricorrenza voluta dal presidente della Regione Siciliana in memoria dello scomparso assessore regionale dei Beni culturali Sebastiano Tusa, i lavoratori Asu tornano a chiedere garanzie al governo regionale

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In occasione della Giornata dei Beni Culturali siciliani, i lavoratori Asu tornano a farsi a sentire. Se la ricorrenza di oggi, 10 marzo, vede infatti i luoghi della cultura aprire gratuitamente le porte al pubblico, questi lavoratori, impiegati nel settore dei Beni Culturali, non potevano lasciarsi sfuggire l’occasione per rimarcare la situazione precaria nella quale continuano a trovarsi.

Mentre una parte ha dunque deciso di scioperare, i rappresentanti sindacali hanno incontrato il dirigente generale dei BB. CC. Calogero Fazio. Hanno così ottenuto un tavolo di confronto, previsto per la giornata di lunedì 14 marzo.

La lettera a Musumeci in occasione della Giornata dei Beni Culturali siciliani

In attesa dell’incontro, per la giornata di oggi una lettera che segnala le problematiche del settore è stata indirizzata al presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci.

“Con la presente vogliamo ricordarLe la nostra ingombrante, forse fastidiosa ma, comunque reale esistenza. Siamo 281 lavoratori Asu, ad oggi sussidiati (alias – lavoratori dipendenti subordinati), grazie alla Sentenza della Cort. Cost. N.199/2020
siamo impegnati in utilizzazione diretta, presso la Regione Siciliana. Siamo presenti in tutti i settori dei BB.CC.AA. nei vari siti ed uffici della Cultura e dell’Identità Siciliana”
. Così si apre il documento, a firma di Barbara Gambino, lavoratrice Asu.

“In questa giornata 10 marzo “Giornata dei beni culturali siciliani” in cui si celebra il nostro immenso patrimonio, vogliamo ricordarLe come il miglioramento degli standard dei musei siciliani deve passare anche dalla valorizzazione del personale dipendente a vario titolo dalla Regione – prosegue -. In particolare stiamo parlando del personale ASU, che dopo circa 25 anni di servizio ha maturato l’esperienza necessaria per tutelare questi gioielli così importanti per il rilancio culturale ed economico della nostra amata Sicilia e può rappresentare oggi il motore dello sviluppo dell’ Identità siciliana”.

“Risorse umane che apportano un validissimo contributo ad ogni comparto oltre a quello della custodia, fruizione, vigilanza e sicurezza, quasi sempre sostituendo il carente personale di ruolo. Inoltre, Egregio Presidente, Lei sarà sicuramente al corrente del non indifferente sacrificio economico sostenuto da molti lavoratori dipendenti subordinati per raggiungere i siti che distano anche 90 km, a fronte di un misero stipendio di 607,00 euro, spesso non puntuale, visti anche gli ultimi rincari”.

Le richieste dei lavoratori Asu

La lettera cita le dichiarazioni espresse dagli assessori Samonà e Scavone, rispettivamente al tavolo presso il Dipartimento del Lavoro del 26 gennaio 2021 e alla seduta Ars del 24 aprile 2021. Dichiarazioni “in cui esprimono l’intenzione e volontà di utilizzare al meglio questo personale (nota Prot.5720/GAB del 6/09/2021 Ass. BB.CC – nota prot. 41514 del 03/09/2021 Dip. BB.CC)”.

“Chiediamo che per la prima volta nella storia del precariato pubblico siciliano (visto che ancora dopo 34 anni nessun Governo regionale e Parlamento siciliano hanno mai affrontato seriamente con iniziative legislative concrete, sistemiche e strutturali tale fenomeno), che il suo Governo si prenda effettivamente carico, non solo di affrontare tale fenomeno, ma pure di risolverlo dopo 34 anni di chiacchiere (compresi anche gli ultimi 5 anni)”.

“Le chiacchere derivano dalla sommatoria delle iniziative legislative regionali che riguardano i precari + gli ASU siciliani. Si può affrontare tale fenomeno a condizione che Lei e il Suo Governo lo vogliano seriamente e veramente”, sottolinea Barbara Gambino.

La richiesta finale è quella della tanto agognata stabilizzazione. “Infine se la Regione Siciliana vuole per i dipendenti ASU in servizio presso i BB.CC. può procedere alla loro stabilizzazione ai sensi dell’art. 20 comma 14 (Decreto Madia (D.lgs 25 maggio 2017 e s.m.i.) allocando nei bilanci della Regione la copertura finanziaria a regime, la sostenibilità della spesa nei bilanci nel breve, medio e lungo termine, senza fondi straordinarie privi di effettiva copertura finanziaria ( come dispone
invece l’art. 36 della L.R. 15/04/2021 n. 9 e s.m.i già impugnato dal C.d.M.)”.

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