Stabilizzazione 9.000 precari Covid, gli Asu non ci stanno: “E noi schiavi della Regione da 25 anni?”

“Siamo stati presi in giro, umiliati, mortificati e utilizzati solo come serbatoio elettorale”. Lo sfogo degli otre 4000 lavoratori delle Attività Socialmente Utili in Sicilia

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In vista della possibile chiusura dello stato di emergenza, la Regione Sicilia si è portata avanti per continuare a garantire migliaia di posti di lavoro nel reparto sanità. Notizia che gli oltre 4.000 lavoratori Asu in Sicilia, precari da più di vent’anni, non hanno preso affatto bene.

Pochi giorni fa, infatti, l’assessore alla Salute Ruggero Razza, rispondendo ad un’interrogazione sul tema, aveva dichiarato di volersi impegnare per assicurare una continuità occupazionale al personale che durante tutta la fase emergenziale ha lavorato a supporto delle Asp e delle strutture commissariali di Palermo, Catania e Messina. Si tratta di medici, infermieri, operatori sociosanitari, psicologi e amministrativi. “Il 31 marzo del 2022, se sarà confermata la decisione del Governo nazionale, ci sarà la conclusione dello stato di emergenza, ma questo non significa che finirà l’emergenza – aveva affermato Razza -. L’obiettivo è quello di arrivare alla fine di quest’anno salvaguardando l’impianto attuale.”

Cari signori deputati – si legge in una delle note inviate dagli Asu all’Assemblea Regionale – 9.000 precari Covid si e 4.000 Asu da 25 anni alla schiavitù della Regione Sicilia no? Vergognatevi tutti, maggioranza ed opposizione, gli uni perché avete fatto il danno e gli altri perché glielo avete lasciato fare. La politica punta al ricambio elettorale generazionale. Asu e Pip cestinati, ed occhi puntati sui precari della sanità siciliana. Siamo stati presi in giro, umiliati, mortificati, utilizzati solo come serbatoio elettorale. Adesso la politica elettorale regionale, che è a corto di ulteriori promesse elettorali, ha deciso che occorre cambiare bacino di voti”.

ASU: “I FONDI DEL PNRR POSSONO STABILIZZARE IL PERSONALE? È FALSO”

Leggo in giro molte inesattezze – Afferma a Palermo Live Barbara Gambino, lavoratrice Asu e dirigente regionale USB del precariato Sicilia -. Tra queste il fatto che i fondi del fondo Pnrr possano essere utilizzate per stabilizzare il personale. Non è vero, perché questi fondi non possono essere utilizzati per spese ordinarie, tra cui c’è anche la gestione delle risorse occupazionali. Pertanto non potranno stabilizzare noi, così come altri, con queste risorse, come invece dicono. Entro aprile verrà approvato il bilancio, dove ci sono anche soldi per i lavoratori Asu, ma sono certa che li faranno nuovamente sparire.

Adesso – prosegue – avendo capito che noi non molliamo, vogliono distogliere lo sguardo verso i nuovi lavoratori che hanno ingaggiato circa un anno e mezzo fa per l’emergenza Covid. Soggetti molto giovani da illudere, mentre a noi, che da 25 anni siamo inseriti, adesso ci scartano.

Non ho intenzione di continuare a lavorare per un’amministrazione che non mi da un’ora di integrazione – sottolinea Barbara Gambino -. Lavoriamo per 20 ore settimanali per meno di 600 euro al mese. Siamo l’unico settore che lavora per così poche ore, e la politica se ne frega. I musei sono chiusi, abbiamo inaugurato il Museo del Mare, ma chiude alle ore 15, e il sabato e la domenica è chiuso perché manca il personale. E tanto altro personale manca nei siti e parchi archeologici.