Giornata della Terra, i dati sul 2020 parlano chiaro: è emergenza gas serra
Carlo Buontempo, direttore del Copernicus climate change service: “È più importante che mai utilizzare le informazioni disponibili per agire e adattarsi al cambiamento climatico e accelerare i nostri sforzi per ridurre i rischi futuri”
Oltre ad essere l’anno del Covid, il 2020 ha collezionato una serie di primati negativi anche a livello ambientale. Anno più caldo mai registrato in Europa, è stato il più torrido persino nella Siberia artica. E oggi 22 aprile, Giornata della Terra, il tema non poteva che essere altro che “Restore Our Earth”, con l’auspicio che i dati allarmanti non suscitino solo preoccupazioni ma anche azioni mirate.
“Dobbiamo esigere che i nostri leader mondiali si impegnino sul versante climatico con misure su scala globale – ha dichiarato Kathleen Rogers, Presidente di EarthDay.org -. Siamo sull’orlo del precipizio: se non agiamo ora per ridurre le emissioni di carbonio, non saremo più in grado di correggere la situazione”.
Il summit indetto da Joe Biden
La Giornata della Terra giunge quest’anno alla sua 51esima edizione. In tutto il mondo le associazioni nazionali, coordinate da EarthDay.org, hanno organizzato eventi di sensibilizzazione e non solo.
Intanto, un summit indetto dal presidente Usa Joe Biden raccoglierà 40 capi di Stato attorno ad un tavolo virtuale sulla questione. A 17 tra i Paesi presenti si deve l’80% delle emissioni di gas serra registrate.
Gli obiettivi globali prevedono la riduzione delle emissioni del 45% entro il 2030. Per il 2050 i tassi di inquinamento dovrebbero essere azzerati.
Giornata della Terra, dati preoccupanti sul 2020
Lo studio condotto dal Copernicus climate change service (C3S) sul clima europeo consegna dati scoraggianti per il 2020. È vero, l’avvento del Covid sembrava aver ridotto l’impatto ambientale delle attività umane, ma si è trattato in realtà solo di un rallentamento.
Nel complesso le concentrazioni di gas serra sono aumentate. Il report di Copernicus, in collaborazione col Centro europeo per le previsioni a medio termine, ha studiato il contesto globale e europeo, concentrandosi anche sulle zone artiche.
Per il 2020 è stato messo in luce un incremento di anidride carbonica dello 0,6%, anche se ad un ritmo inferiore di quello degli ultimi anni. Più rapido, invece, l’aumento delle quantità di metano (+0,8%).
“È più importante che mai utilizzare le informazioni disponibili per agire e adattarsi al cambiamento climatico e accelerare i nostri sforzi per ridurre i rischi futuri”, ha dichiarato il direttore del C3S, Carlo Buontempo.
Temperature in aumento in Siberia e vicino all’Artide
Insomma, il 2020 ha tagliato il traguardo della temperatura media annuale globale più alta dal 2003. Piazzatosi tra i tre anni più roventi mai registrati a livello mondiale, ha visto temperature superiori alla media in Siberia settentrionale e variazioni anche di 6 gradi in zone vicine all’Artide.
L’Europa ha registrato temperature altissime: si parla di almeno 0,4 gradi al di sopra della media dei cinque anni più caldi, che si collocano tutti nell’ultimo decennio. In generale, gli ultimi sei anni sono i più caldi mai registrati a livello globale.