Giovanni Falcone avrebbe compiuto oggi 82 anni. La sua vita fu spezzata il 23 maggio del 1992, quando di anni ne aveva appena compiuti 53; insieme a lui, in quella orribile quanto nota strage, la moglie Francesca Morvillo e i tre uomini della scorta Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani.
Il suo sorriso, insieme a quello del collega e amico fraterno Paolo Borsellino, giganteggia sulla Cala. Il suo sguardo, tra via Sampolo e via Duca delle Verdura, scruta l’amata Palermo. Quella città per le cui sorti il giudice si è battuto fino all’estremo sacrificio di se stesso.
Gli anniversari delle stragi di Capaci e via D’Amelio si avvicinano e, come ogni anno, iniziative e commemorazioni sono già iniziate, nonostante i tempi duri che la pandemia ci impone. Nella ricorrenza del suo compleanno, non possiamo che ricordare l’integrità di Giovanni Falcone, la dedizione, l’ironia. La tenacia nel voler cambiare le cose e nel non arrendersi ad una passiva accettazione.
“Che le cose siano così, non vuol dire che debbano andare così”, ci ricorda uno dei suoi interventi più noti. “Solo che quando si tratta di rimboccarsi le maniche ed incominciare a cambiare, vi è un prezzo da pagare. Ed è allora che la stragrande maggioranza preferisce lamentarsi piuttosto che fare”. Un’analisi acuta, che chiama tutti in causa, come a dire che dalle proprie responsabilità non si sfugge. E che persino il più piccolo può fare la propria parte, se solo lo vuole.
La sua parte Giovanni Falcone l’ha sostenuta fino alla fine. Ligio al dovere, spesso lasciava trapelare la sua umanità, consegnandoci un esempio e un monito che scuote le coscienze. “L’importante non è stabilire se uno ha paura o meno – disse in quei giorni drammatici -, è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa. Ecco, il coraggio è questo, altrimenti non è più coraggio ma incoscienza”.
D’altronde, era sua certezza che “la mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine”.
Nel giorno del suo 82esimo compleanno, ricordiamo la fiducia nel futuro che ha caratterizzato l’agire del giudice Giovanni Falcone. Quello sguardo al domani che non staccava mai gli occhi dall’oggi, perchè comprendeva che l’arma più grande contro la mafia fosse la sollecitazione delle coscienze e la formazione delle giovani menti. D’altronde, “gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini”.