Il ritorno alla normalità scandita da quella relazione piena ed arricchente che c’era tra compagni e con gli insegnanti. E’ il bisogno che hanno espresso a gran voce i giovani dei licei del Gonzaga Campus di Palermo che desiderano fortemente ritornare a studiare nelle loro classi. I ragazzi e le ragazze, in questo tempo di pandemia, hanno, infatti, raccontato tutto il loro disagio legato alla riduzione degli incontri con i compagni e alla DAD. La Sicilia, diversamente da altre regioni, a causa dei dati relativi ai contagi, è stata riconosciuta per due settimane zona rossa. Dalla prossima settimana, se l’Isola passerà in zona arancione, sarà consentita l’apertura parziale delle scuole in presenza con il 50% o 75% di didattica integrata.
Tra i ragazzi, il giovane Mario Lentini di 17 anni del IV liceo scientifico Stem (Scienze applicate) ha inviato una lettera al presidente della regione Nello Musumeci. “(…) Capisco che forse siamo stati considerati solo come studenti, ma prima di essere studenti, noi siamo ragazzi adolescenti. Abbiamo bisogno di stare con nostri coetanei per confrontarci, ridere, scherzare e avere una vita normale – scrive nella sua lettera Mario Lentini -. (…) Prima di fare tutte le riforme del momento, e prima di colorare l’Italia di rosso, arancio e giallo, io credo che dovreste aiutarci a dare un colore alle nostre giornate grigie, onorando così un diritto di fondamentale importanza: il diritto alla crescita“.
“Sono sempre stata una persona molto ottimista ma in questo periodo ho notato che tutte le nostre emozioni si sono un poco spente – dice con forza Antonio Ceglia di 17 anni del V liceo scientifico -. E’ come se si fosse addormentato quel fuoco emozionale che come giovani ha sempre caratterizzato tutte le nostre relazioni tra coetanei e con tutti gli altri. Entrare in relazione con gli altri a distanza, attraverso il filtro della connessione interattiva, non è la stessa cosa di avere quella reale. Passiamo le giornate chiusi nelle nostre stanze con la DAD pieni di relazioni virtuali ma senza gli input della vita sociale di prima. Il ritorno a scuola lo vedo come una salvezza per la mia vita quotidiana”
“Si dice sempre che il valore delle cose le capisci quando ti vengono tolte – continua Emanuele Chiaramonte di 18 anni del liceo scientifico -. Il non potere andare più a scuola e il non potere vedere più i miei compagni e i professori mi ha fatto soffrire. Il non potersi incontrare e confrontarsi come prima è stato finora davvero una condizione di vita pesante perchè si passano troppe ore davanti allo schermo. I social ci stanno aiutando a mantenere il rapporto con i nostri amici. Il ritorno a scuola lo vivo come una speranza personale di una possibilità molto positiva. Se avviene con le dovute condizioni di sicurezza è la realizzazione del nostro desiderio più forte”.
“Nel tempo la didattica a distanza mi è risultata molto pesante non solo per le ore che passo a studiare davanti allo schermo – aggiunge inoltre Cristina Mazzara di 16 anni del IV liceo classico – ma perché è un’attività molto sedentaria. Questa situazione, per me che faccio da anni danza e diverse attività esterne, all’inizio mi ha creato uno stato di ansia. La scuola è per me anche una seconda casa perché è un luogo molto significativo per la nostra socializzazione; non vedo l’ora di tornarci anche perché siamo stanchi di stare dentro le nostre case di famiglia. Anche se in classe staremo con le mascherine sarà bello lo stesso sorridersi con gli occhi”.
“Fin da subito ho preso questa situazione in maniera molto negativa – racconta inoltre Domiziana Calandrino Errante di 18 anni del V liceo classico -perché mi è dispiaciuto moltissimo il fatto didovere vivere il mio ultimo anno di scuola a casa senza vedere i miei compagni se non a distanza. Per quanto gli insegnanti possano essere disponibili all’ascolto nei nostri confronti, in DAD non è come invece avveniva prima. Mi sono demoralizzata molto quando a Gennaio non siamo ritornati in classe, e adesso aspetto il ritorno a scuola con tanto desiderio e tanta gioia”.
“Questo è sicuramente un momento non più di emergenza ma di crisi, oltre che socio-sanitaria, interiore per noi giovani – dice infine Giulio Furitano di 17 anni del IV liceo classico, rappresentante della Consulta provinciale -. Questo periodo di didattica a distanza, con tutti i lati negativi che ha potuto avere, mi è servito comunque per cercare lo stesso di impegnarmi e di vivere con positività le giornate. Bisogna passare da necessità a virtù perché, nonostante la nostra socialità sia stata per vari motivi penalizzata, abbiamo lo stesso studiato ed interagito con i compagni per esempio con i lavori di gruppo. Se nei prossimi giorni verrà garantito un rientro in classe in condizioni di sicurezza e tale da non farci ritornare indietro, come è già successo, sarò contento di poterlo fare“.
“La principale funzione della scuola oltre che educativa e soprattutto sociale – ha sottolineato p. Vitangelo Denora direttore del Gonzaga Campus -. Sono convinto che il desiderio forte dei nostri giovani sia quello di ritornare a scuola per tutto quello che essa rappresenta nella loro vita. Occorre pertanto che ritornino nel luogo significativo dove può essere dato spazio alla loro crescita personale. Adesso è arrivato il momento di ascoltare il loro grido perchè stanno soffrendo ed il sacrificio che viene chiesto loro è grande. Bisogna certamente ritornare in sicurezza e le scuole si sono organizzate per garantire questo. La vita integrale dei nostri giovani è fatta, oltre che di apprendimenti anche di desideri e di emozioni che devono ritornare ad avere anche a scuola. Nella nostra esperienza, sappiamo bene che se i giovani vengono preparati ed adeguatamente responsabilizzati si allontanano pure i pericoli e i rischi di contagio. Il cammino educativo dei ragazzi deve andare ben oltre la crisi che stiamo vivendo proprio per la costruzione del loro futuro”.