“Dal 15 ottobre, ovvero il giorno in cui il green pass diventerà obbligatorio, il rischio di ingenerare il caos nei luoghi di lavoro non deve essere sottovalutato. Infatti ad oggi, milioni di lavoratori impegnati nel settore del pubblico e del privato, non hanno certezza rispetto alla modalità di esecuzione dei tamponi.” Così Vincenzo Figuccia, deputato della Lega all’Ars e coordinatore provinciale del partito a Palermo.
“Se alcune aziende hanno deciso di coprire le spese ai dipendenti – prosegue il deputato della Lega a Palermo – , altre si stanno attrezzando e molte altre ancora non sanno che pesci pigliare. I dubbi quindi, oltre ad essere legati agli oneri economici (considerando che i tamponi antigenici, benché venduti a prezzo calmierato, hanno comunque un costo di 15 euro ), nascono dal fatto che le strutture sanitarie (farmacie comprese) non saranno in grado di garantire test ogni 48 ore a tutti.” Insomma, una situazione, quella del Green pass, che rischia di complicare anzichè semplificare un mondo del lavoro già di per sè in difficoltà.
“Altro aspetto che genera confusione è legato alla fase dei controlli del green pass. Infatti, benché, i controllori sembrerebbero gli stessi datori di lavoro, ancora non sono state definite le procedure. Ciò significa che le pene pecuniarie, previste nel caso di violazione, rivolte sia ai datori di lavoro che ai loro dipendenti, causerebbero una paralisi di tutte le attività coinvolte, poiché scatterebbe la sospensione immediata del lavoratore sprovvisto di green pass ed il rischio di creare nuova disoccupazione.
Considerando poi, che la Sicilia risulta essere una Regione a vocazione turistica, un’altra criticità da affrontare riguarda gli aeroporti siciliani che, attualmente risultano essere gli unici in Italia dove non si può fare un tampone a pagamento! Un grave disservizio – conclude Figuccia – che si traduce nel crollo di introiti per un settore perno dell’economia isolana”.