Villa Trabia, il declino tra vasche vuote, rami caduti e giostre rotte

Una delle ville più nobili e antiche di Palermo abbandonata al degrado. L’assessore a ville e giardini Sergio Marino: “Il comune sta provvedendo”

villa trabia

È passato all’incirca un mese da quando un grosso ramo di un ficus posizionato nei pressi dell’ingresso principale di Villa Trabia, a Palermo, è caduto ostacolando di fatto l’accesso al parco. L’episodio si è verificato durante una soleggiata domenica; la povera signora Giuseppina, storica custode della Villa, ha dovuto chiamare i Vigili del fuoco perché era rimasta bloccata all’interno della sua abitazione.

Diverse criticità

Non si tratta dell’unica situazione di pericolo presente all’interno della Villa, che trova il suo fiore all’occhiello proprio in quel parco settecentesco che ospita antiche serre e una grossa fontana del Seicento.

Il ficus magnolia è stato potato, ma il cancello principale di Villa Trabia resta, per il momento, chiuso. “L’ingresso non è ancora aperto perché bisogna procedere al VTA. Fino a che questo non sarà fatto, non vi è la sicurezza che l’albero non possa creare ulteriori problemi”, spiega a Palermo Live l’assessore a ville e giardini Sergio Marino. Il Visual Tree Assessment è il metodo di valutazione delle caratteristiche morfologiche e strutturali di un albero. Viene utilizzato per individuare difetti e criticità che potrebbero rappresentare un pericolo.

L’accesso al parco dunque resta possibile da via Marchese Ugo. L’altra entrata, che si affaccia su via Almeida, è anch’essa accessibile pur presentando alcune situazioni di criticità. Il grosso ramo di un ficus giace infatti per terra, lì dov’è caduto qualche tempo fa. Nastri bianchi e rossi, facilmente oltrepassabili, cingono la zona segnalando il pericolo.

villa trabia
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Gli antichi splendori

Lo sviluppo del parco di Villa Trabia risale al 1756. Da Don Paolo Spinelli, che diede il via alla metamorfosi di una casena rustica in una grande villa con giardino, il testimone passò alla famiglia Gaetani, Principi di Cassaro. A costoro si deve l’attuale struttura che vede stagliarsi, lungo un unico asse centrale, la villa settecentesca, la fontana principale, il viale d’accesso e il ponte con belvedere. Il nome del sito si deve però a Giuseppe Lanza Branciforti, Principe di Trabia, che acquisì la villa nel 1814. Nel 1881, la Principessa Sofia di Trabia, seguendo la moda del tempo, volle che il giardino assumesse i tratti di un parco ricco di vialetti, statue, fontane, panchine e piante ornamentali esotiche e non.

Chissà cosa penserebbe quell’antica aristocrazia oggi davanti alle immagini non solo di rami caduti, ma anche di fontane che ospitano acqua torbida e stagnante.

Dalle sculture che adornano le fontane non zampilla più l’acqua. Il laghetto si prosciuga e diventa pieno di fogliame.

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Insomma, un triste scenario le cui ragioni ci vengono spiegate da Marco Frasca Polara, presidente dell’VIII^ circoscrizione. “Come sempre fanno le circoscrizioni di quartiere, il nostro compito è quello di monitorare per poi riferire agli enti preposti affinchè le cose possano migliorare”, spiega contattato da PalermoLive. “La rottura di una pompa dell’acqua ha finito per causare l’inaridimento di tante piante, oltre che lo svuotamento di una vasca con annessi pesci. Per non parlare delle giostre, che, a causa dell’assenza di una ditta manutentrice, rappresentano un’insidia per i bambini”, afferma Frasca Polara.

Giostre pericolose

Oltre ad una sede distaccata del Comune di Palermo, Villa Trabia infatti oggi ospita una biblioteca pubblica, una videoteca, una biblioteca per bambini ed un internet point gratuito. Il parco lascia, inoltre, spazio a diverse giostre e giochi per bambini. Un ambiente sereno e piacevole per trascorrere qualche ora di svago in famiglia e in compagnia. Tuttavia, il quadro idilliaco viene turbato non solo dalle problematiche già segnalate, ma anche dal cattivo stato in cui si trovano i giochi per bambini.

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Alcuni sono rotti, altri in cattive condizioni. Anche qui sono presenti gli immancabili nastri bianchi e rossi che segnalano la necessità di un intervento di manutenzione.

“Riguardo le giostre c’è una gara in corso per potere intervenire e metterle in sicurezza. Per la vasca vuota abbiamo interessato il COIME e mi auguro che possa intervenire quanto prima”, chiarisce l’assessore Marino.

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All’interno di quello che avrebbe dovuto essere un vero e proprio orto botanico nel progetto dei Principi di Trabia, infine, non possiamo non notare le fioriere, che non ospitano i colori rigogliosi di petali e fiori. Piuttosto, piante secche e steli arsi e piegati.

Villa Trabia, la Conca del Memento

Certamente il paragone con gli antichi splendori è impietoso per le attuali condizioni di Villa Trabia. Il parco contiene tra l’altro un importante memoriale e simbolo identitario per la città di Palermo: la Conca del Memento.

Il progetto fu realizzato nel decennale delle stragi di Capaci e di via D’Amelio in ricordo di Paolo Borsellino. Il monumento arboreo, tracciato all’interno di una conca naturale recuperata alla fruibilità dei cittadini, è formato dalle iniziali del giudice e dalla bandiera italiana ed è stato inserito nel piano dei restauri di ripristino della storica Villa e del suo parco.

Le immagini risalenti alla cerimonia inaugurale

Il progetto è nato per conservare la memoria di chi ha speso la propria vita nella lotta in favore della Legalità nel nostro Paese. Un monumento d’orgoglio nel cuore di Palermo, messo a punto attraverso vari interventi, come la ripulitura di circa 600 mq di prato e il restauro di antichi semenzai e cisterne per le acque pluvie e di irrigazione. L’arredo verde con panchine, cestini ed essenze arboree contribuivano a sostenere gli ideali di rispetto dell’ambiente e dell’ecosistema.

Purtroppo, anche in questo caso, vernice colorata ed erbacce hanno finito per far da impietosa cornice al monumento celebrativo. Una triste constatazione anche questa, che non può che unirsi alla speranza che un sito così ricco di bellezza, naturale e culturale, possa tornare a brillare in tutto il suo splendore. O almeno in parte.