“Il reddito di cittadinanza non si tocca”, a Palermo la protesta dei percettori

Il corteo, previsto per il 29 novembre, partirà da corso Calatafimi e si dirigerà fino alla sede della Regione Siciliana, a Palazzo d’Orléans

Chiedono “risposte concrete e immediate” i percettori di reddito di cittadinanza palermitani. Dopo i proclami sotto campagna elettorale, l’ascesa al potere di Giorgia Meloni e della compagine di centrodestra fa tremare i fruitori del sussidio, che temono la sua abolizione o una rimodulazione sfavorevole verso alcuni strati della popolazione.

Da qui il corteo di protesta previsto per il prossimo 29 novembre. Un’iniziativa che non riguarda uno specifico gruppo o un’associazione, ma che fa appello a tutti i percettori di rdc affinché possano unirsi per far sentire la propria voce. 

 

Percettori di reddito di cittadinanza, la protesta a Palermo

“Stavolta la protesta non riguarda solo l’associazione “Basta volerlo” – precisa a Palermo Live l’organizzatore Toni Guarino, che dell’associazione è vice presidente -. Coinvolge tutti i percettori del reddito di cittadinanza”. La richiesta è semplice: “Che il reddito sia lasciato così com’è in attesa che a tutti i percettori venga garantito un posto di lavoro”.

“È impossibile – prosegue Guarino – dividere la gente in persone di serie A e persone di serie B. Non esiste che a molti che non hanno figli minori a carico o a chi è invalido civile venga tolto il reddito di cittadinanza in attesa di un posto di lavoro, quando a Palermo non ci sono fabbriche o industrie. Molta gente dovrà stare anni in attesa senza percepire il reddito di cittadinanza, questa è una follia. Vuol dire mettere in ginocchio il popolo e accrescere la disoccupazione. E soprattutto è un rischio per la gente che sarà costretta ad andare a lavorare in nero e a essere sfruttata con paghe misere”.

Il corteo prenderà le mosse da corso Calatafimi, altezza semaforo di viale Regione Siciliana, e si dirigerà fino a Palazzo d’Orléans. Qui i manifestanti chiederanno un confronto con il presidente Renato Schifani o con un suo delegato. 

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