Dopo sette anni, un nuovo disco, un’altra avventura di una carriera inarrivabile. Claudio Baglioni con “In questa storia che è la mia”, in uscita oggi, rinnova l’appuntamento con un cammino musicale che dura da più di cinquanta anni, che ha coinvolto diverse generazioni unendole e trasportandole in un percorso di sentimenti, parole che affiorano emozioni, musiche che evocano momenti di vita.
Generazioni che hanno sentito battere il cuore ascoltando quella sua maglietta fina, pensando a quel gancio in mezzo al cielo, o sperando che in quell’addio ci si può davvero innamorare di qualcuno.
Il cantautore romano, alla vigilia dei suoi 70 anni, propone, in questo nuovo impegno, 14 nuovi brani che parlano delle storie di ciascuno di noi, con protagonista l’amore, unico sentimento che riesce sempre a travolgere le nostre esistenze, che rimangono uniche anche se paragonate a quelle che ci stanno accanto.
Canzone trainante del disco è Io non sono li, presentata nelle settimane scorse, un brano con un testo semplice che, per echi e suoni, ci riporta al Baglioni degli anni ’70 che ha sentito la necessità di tornare indietro nel passato.
Un artista completo che ha confermato il suo successo anche quando si è trasferito sul palco della tv con l’esordio nell’originale Anima mia nel 1997 a fianco di Fabio Fazio e con la consacrazione quale conduttore e direttore artistico del Festival di Sanremo in due edizioni, 2018 e 2019 con la prima di alto livello.
Ma la musica resta la sua arma che continua a consacrarlo, con il record del disco più venduto della storia della musica italiana, La vita è adesso del 1985, anno in cui Questo piccolo grande amore è stata giudicata canzone del secolo. Lui che mezzo secolo di musica l’ha percorso lasciando certamente un’impronta importante nella storia della musica italiana.