Un bambino autistico di sei anni, era iscritto e frequentava in una scuola elementare di un quartiere di Roma. Qui, ogni giorno, combatteva le sue fragilità. Ma pochi giorni fa a sua madre è caduto il mondo addosso ed ha deciso di ritirarlo. La donna è venuta a conoscenza di una chat di gruppo di Whatsapp in cui le insegnanti della classe di suo figlio, compresa la maestra di sostegno, parlavano di lui senza alcun tatto. «È stata un’operatrice a farmi leggere le conversazioni in cui le maestre gioivano quando mio figlio era assente da scu ola», ha spiegato la mamma. Repubblica ha riportato la sintesi dei messaggi, perché la mamma per privacy non li ha mostrati.
“Buongiorno, oggi non è venuto, la giornata inizia bene”, scrive una di loro, per esempio. O ancora, senza citare mai il bambino per nome: “Magari torna miracolato”, lo deride un’altra. “Difficile da credere che possa tornare miracolato”, risponde una maestra. Così, con faccine sorridenti e applausi le insegnanti in chat accolgono la notizia dell’assenza del bambino da scuola. Persino quando la famiglia di Luca ha passato il Covid, le maestre hanno esultato. La madre ha commentato: «Sono rimasta sconvolta. Non mi aspettavo una cosa del genere, soprattutto da parte di una maestra di sostegno che ha scelto di sua volontà di occuparsi di bambini disabili». Tutto poteva fare, tranne che lasciarsi scivolare addosso l’accaduto. Ed è andata a parlare con l’insegnante di sostegno. «Mi ha mandata via, ha negato tutto, non ha voluto darmi spiegazioni» ─ ha raccontato la mamma del bambino. «Era agitata, io la inseguivo lungo i corridoi, finché non si è chiusa nella stanza della vice presidenza per non parlarmi».
Cos’altro poteva fare allora se non ritirare il figlio da quella scuola? Quale altra madre avrebbe affidato a quelle maestre un solo giorno in più il suo bambino, dopo aver letto quelle parole? «Ho paura, però, che mio figlio non andando a scuola possa subire una forte regressione. Anche per questo ho intenzione di procedere per vie legali. Voglio che a queste insegnanti venga tolto l’incarico. Non si può rimanere in silenzio, perché questi episodi accadono di certo anche ad altri bambini».