Un rogo inizialmente lontano, poi via via sempre più vicino: così è iniziato l’incubo a Tenuta Manchi, caseificio biologico di Caccamo, in provincia di Palermo, lo scorso fine settimana. Mentre i soccorsi erano impegnati a fronteggiare diversi roghi di questa distruttiva emergenza incendi, le fiamme, divampate su due versanti, si sono via via fatte strada fino a raggiungere l’azienda.
“Sono stati momenti molto difficili – racconta a Palermo Live Salvatore Muscia, uno dei titolari del caseificio -. Abbiamo dovuto far uscire gli animali dalle stalle, perchè il fuoco andava alla velocità della luce. Si sono bruciati i fienili, una stalla piccola e gli animali sono scappati. Poi sono arrivati i soccorsi e hanno spento ciò che potevano; tra l’altro anche la sala mungitrice delle vacche ha preso fuoco, mentre i fienili continuavano a bruciare”.
Un incubo di fuoco che ha suscitato una grande catena di solidarietà. Immediato infatti l’aiuto di diversi allevatori della zona che, notando le fiamme o ricevendone notizia, sono corsi a dare una mano all’azienda di Caccamo.
“Molti sono accorsi durante l’incendio, rischiando persino la vita – racconta Salvatore Muscia -. Per noi è stato un sostegno non indifferente. Insieme a quello dei soccorsi, Vigili del fuoco, Protezione civile, Corpo forestale e Carabinieri”. La solidarietà non si è fermata a quel momento, però. “Il giorno dopo, quando hanno saputo, anche da altre zone hanno chiamato per darci una mano con le scorte alimentari. Qualcuno, senza nemmeno chiamare, si è presentato al cancello con fieno e paglia per alimentare gli animali”.
Una solidarietà che Salvatore Muscia, medico veterinario, non manca a sua volta di porgere al prossimo. Purtroppo, infatti, nelle ultime settimane sono stati innumerevoli i roghi che hanno arrecato danni ad allevatori e aziende agricole. Salvatore si è ad esempio recato a Gangi per assistere gli animali feriti.
“Non è stato bello vedere animali in sofferenza, ciechi, che non riuscivano ad orientarsi, con la cute bruciata. Quelli più gravi che non si alzavano da terra e respiravano male. Brutte immagini da vedere. Anche la disperazione degli allevatori. Purtroppo davanti al fuoco si è impotenti“.
Mentre le squadre dei soccorsi domavano le fiamme a Tenuta Manchi, i proprietari si sono messi in cerca degli animali fino a tardi. “La sera il cane, Asia, ha riportato le capre; per noi erano tutte disperse. La maggior parte è a casa, qualcuna però non siamo riusciti a trovarla”. Su circa 140 capre, 98 hanno fatto ritorno. Salvati anche i bovini, solo due capi mancano all’appello.
“Abbiamo già pulito, smontato i tetti che sono crollati tutti. Fino a tre giorni fa sotto la cenere c’era ancora il fuoco”, ci racconta Salvatore. Le fiamme hanno arrecato danni non indifferenti all’azienda: strutture e attrezzature arse dal fuoco, che ha divorato senza pietà il frutto di tanto lavoro.
“Viviamo ogni giorno col terrore, con l’ansia che riparta l’incendio. Oggi ce n’è uno in corso di fronte a noi e ormai abbiamo la paura che possa essercene un altro. È tutto bruciato: il pascolo, le recinzioni, tutto“.
Distrutte anche le reti idriche, con la conseguente emergenza per dissetare gli animali. “Il danno è stato non indifferente. Il fuoco andava velocissimo, c’era uno scirocco impressionante. La nostra fortuna è stata far uscire gli animali dalle stalle, tra il fuoco e il fumo non si capiva più niente lì. Un disastro”.