Incidente sul lavoro, 4 indagati per la morte dell’operaio di Misilmeri

Ci sono quattro indagati per la morte di Francesco Corso, operaio di Misilmeri morto in un incidente sul lavoro. Disposta l’autopsia

Dopo l’appello dei familiari e di Studio3A, che li supporta, la risposta della Procura di Termini Imerese è arrivata. Con atto notificato oggi, il pubblico Ministero Danilo Angelini ha disposto l’autopsia sul corpo di Francesco Corso, l’operaio di Misilmeri vittima di un incidente sul lavoro lo scorso 18 gennaio. L’operaio 57enne morì folgorato mentre lavorava nel cantiere per la costruzione di una villetta a Trabia. L’incarico sarà conferito lunedì 31 gennaio, alle 12, allistituto di Medicina Legale del Policlinico “Paolo Giaccone” di Palermo e l’esame sarà effettuato a seguire.

Incidente sul lavoro, 4 indagati per il caso dell’operaio folgorato

Alle operazioni peritali parteciperà anche il medico legale Fabrizio Ammoscato come consulente tecnico di parte messo a disposizione da Studio3A-Valore, a cui la moglie e i due figli della vittima si sono rivolti per fare piena luce sui fatti ed essere seguiti, tramite i consulenti personali Salvatore Agosta e Alessio Tarantino.

Il sostituto Procuratore ha inoltre iscritto quattro persone nel registro degli indagati, anche per dare loro modo di nominare a loro volta consulenti di parte. L’ipotesi è reato di omicidio colposo aggravato dall’essere stato commesso con violazione delle norme antinfortunistiche. Tra gli indagati, il datore di lavoro di Corso e un dipendente degli uffici tecnici del Comune di Termini Imerese.

La ricostruzione

L’esperto operaio e autista di betonpompa, regolarmente assunto con contratto a tempo pieno e indeterminato in una ditta di calcestruzzi della zona, è morto folgorato. Il lavoratore era impegnato in un cantiere in contrada Bragone, a Trabia, dove sono appena iniziati i lavori per la costruzione di una villetta. Stava manovrando una pompa per calcestruzzo, quando Corso ha inavvertitamente urtato con il braccio meccanico del macchinario i fili dell’alta tensione che erano in funzione. Uno dei principali elementi che dovrà chiarire l’inchiesta aperta dalla Procura è se questi dovessero essere invece disattivati. La potentissima scarica elettrica non gli ha lasciato scampo.