Indagati per favoreggiamento 40 commercianti che negano di avere pagato il pizzo

I commercianti convocati in caserma hanno negato l’evidenza delle intercettazioni. In venti invece hanno ammesso il ricatto

Carabinieri e polizia nel luglio scorso hanno assestato un duro colpo al mandamento mafioso di Ciaculli, Roccella e Brancaccio. Coordinati dalla Dda di Palermo in una notte hanno dato esecuzione a 16 arresti nei confronti di altrettanti indagati. Accusati di associazione di tipo mafioso ed estorsione aggravata del metodo mafioso. Due anni di indagini hanno permesso di individuare capi e gregari delle famiglie mafiose di quella zona, e quindi ricostruite le loro responsabilità su 60 episodi estorsivi in danno di quasi altrettanti operatori economici della zona. Le estorsioni sono state riscontrate dalle intercettazioni della squadra mobile e del nucleo investigativo dei carabinieri.  In questi ultimi mesi, dando seguito alle indagini, gli investigatori hanno convocato questi commercianti e imprenditori. E, come scrive Repubblica, solo una ventina hanno ammesso il ricatto, mentre tutti gli altri si ostinano a negare. Rischiando di finire sotto processo.

LE INTERCETTAZIONI HANNO RIVELATO CHE LA ZONA È CONDIZIONATA DA COSA NOSTRA

Eppure le intercettazioni in possesso degli investigatori hanno rivelato che la  presenza di Cosa Nostra ha condizionato l’attività commerciale nella zona di Brancaccio e Roccella. Si conoscono anche le cifre che  pagate   per Natale e Pasqua: da 250 a 500 euro. Ci sono stati imprenditori e commercianti che prima di avviare le loro attività, hanno chiesto di “essere autorizzati” dal referente mafioso della zona. Le vicende di pizzo documentate dagli agenti della Squadra Mobile, hanno riguardato supermercati, autodemolitori, macellerie, bar, discoteche, farmacie, panifici, imprese di costruzione, rivendite di auto ed altri ancora per un totale di quasi 60 episodi ricostruiti, con altrettanti esercenti coinvolti. Nessuno ha mai presentato denunce alle forze dell’ordine. In alcuni casi, addirittura, i commercianti stessi, per non figurare nel “libro mastro” delle estorsioni, si sono premurati ad offrire all’estortore un escamotage per eludere eventuali controlli di polizia.

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