Nei giorni scorsi è accaduto che dodici tra medici e infermieri che lavorano in Trentino hanno ricevuto una dose di soluzione fisiologica anziché di vaccino Pfizer. L’Azienda provinciale per i servizi sanitari ha precisato che la situazione si è già risolta. Si tratta di una unica seduta vaccinale che ha coinvolto 47 persone. A dodici di queste avrebbero ricevuto un’iniezione di soluzione fisiologica. Si tratta di un disguido a fronte di 12mila vaccini somministrati, una percentuale d’errore inferiore all’1 per mille,
L’Azienda sanitaria ha evidenziato che il caso è stato prontamente individuato grazie al protocollo e alle checklist utilizzate. Normalmente è prevista una comparazione tra dosi preparate e somministrate con i flaconi residui ancora integri. Si è provveduto immediatamente ad informare gli operatori interessati predisponendo un controllo anticorpale con test sierologico prima della somministrazione della seconda dose.
Per fortuna la somministrazione di soluzione fisiologica, non comporta nessun rischio per la salute dei soggetti coinvolti. Si tratta infatti di acqua distillata e sale. Sembra che l’errore sia avvenuto al momento della somministrazione. La diluizione del vaccino avviene con la soluzione fisiologica. Da quanto verificato c’è stato uno scambio di flaconcini. Antonio Ferro, direttore del Dipartimento prevenzione dell’Azienda sanitaria di Trento, ha spiegato l’inconveniente. «Quando un flaconcino viene utilizzato normalmente viene messo da parte ─ ha detto ─. In questo caso specifico probabilmente non è stato così. L’ipotesi più plausibile è che sia stato riempito nuovamente con soluzione fisiologica e poi da lì sono state aspirate le sei dosi che sono poi state somministrate. Quindi probabilmente all’interno c’erano anche tracce di vaccino».