Interrogazione su presunto “scambio di prigionieri” fra Italia e Libia

La missione di Conte e Di Maio in Libia ha rafforzato l’immagine del generale Haftar, già scaricato da Usa e Russia, e creato qualche dubbio

Domani mattina i 18 pescatori di Mazara del Vallo, liberati dal maresciallo Khalifa Haftar giovedì scorso, dopo 108 giorni di detenzione in Libia, a Bengasi, dovrebbero arrivare nel loro porto. Intanto, però, continuano a emergere interrogativi sulla loro liberazione. Di sicuro è stata favorita dalla visita a Bengasi del presidente del Consiglio Giuseppe Conte e del ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Però ieri il quotidiano panarabo Asharq Al-Awsat, vicino ad Haftar, citando «fonti libiche ben informate» asseriva che il rilascio dei pescatori sarebbe avvenuto dopo un accordo per uno «scambio di prigionieri ». Cioè il rilascio dei 18 pescatori di Mazara, in cambio dei «quattro calciatori» libici. Cioè quegli scafisti responsabili della cosiddetta strage di Ferragosto del 2015. E condannati in appello per traffico di esseri umani e assassinio a pene fra i 20 e i 30 anni. Tra loro c’è anche il figlio di un colonnello dell’Esercito libico.

INTERROGAZIONE URGENTE AL GOVERNO

Si tratta molto probabilmente di voci di parte, che però hanno ingenerato una dubbio a Maurizio Gasparri di Forza Italia. Il senatore ha rivolto una interrogazione urgente al governo. Gasparri vuole sapere “se sia vero quanto sostiene il quotidiano panarabo Asharq al-Awsat, dove si legge che un accordo di scambio di prigionieri fra Italia e Libia si è concluso sullo sfondo di una mediazione che riguarderebbe l’estradizione” di 4 cittadini libici condannati in Italia come scafisti”. Il senatore, nel dare notizia dell’interrogazione, ha commentato dicendo: «Un fatto che, se fosse vero, genererebbe parecchio scalpore. Perché non si possono mettere sullo stesso piano dei lavoratori onesti sequestrati ingiustamente e degli scafisti processati e condannati nel nostro Paese».

CONTE: «RICHIESTA RESPINTA»

Secondo l’Agenzia Nova, che cita fonti dell’esercito di Haftar, sarebbe stato proprio il maresciallo a chiedere a Conte di intervenire nella situazione dei quattro libici. Il premier avrebbe respinto la richiesta, spiegando che la magistratura italiana è indipendente dal potere esecutivo. Ma si sarebbe impegnato a seguire gli sviluppi del caso, auspicando una soluzione della vicenda e promettendo di impegnarsi in prima istanza per evitare nuovi «incidenti» come quello dei 18 pescatori di Mazara del Vallo. In ogni caso, nelle mosse degli ultimi giorni di Haftar e dei suoi appare evidente l’elemento propagandistico. Una per tutte la “photo opportunity” concessagli dal governo italiano con la visita in Libia. Con questa legittimazione è riuscito a riemergere dal dimenticatoio in cui era finito dopo essere stato di fatto scaricato da tutti i suoi principali sostenitori, dagli Stati Uniti alla Francia, dalla Russia agli Emirati Arabi Uniti.