Palermo ha voglia di cinema, Di Patti: “Il Governo fa le cose al buio”

Saverio Di Patti, titolare di due sale cinematografiche del capoluogo siciliano: “Negli altri Paesi europei gli esercenti sanno esattamente la data di riapertura. Così è impossibile competere con i mercati stranieri”

Da quando è uscita la notizia della possibile riapertura dei cinema e dei teatri, gli italiani, soffocati dalla pandemia, hanno provato un fremito di libertà. Così come la classica luce in fondo al tunnel ha rappresentato l’annuncio del Governo riguardo la possibilità di permettere ai tifosi di tornare allo stadio. In questo caso per seguire le gare che, in estate, verranno disputate all’Olimpico di Roma in occasione degli Europei di calcio. A dettare le regole sarà sempre il Covid-19. Per cui, se al buio delle sale cinematografiche bisognerà mantenere le giuste distanze, negli spalti degli impianti sportivi vigerà la regola degli ingressi contingentati. Ovvero, spalti gremiti per il 25% della capienza, vaccinati, persone guarite dal Covid e i negativi a un test antigenico effettuato a ridosso del match. In attesa di tempi migliori, meglio di niente. Ma a nutrire dubbi sul concretizzarsi di quelle che al momento altro non sono che supposizioni è Saverio Di Patti, titolare di due tra le più frequentate sale cinematografiche del capoluogo siciliano.

IL RISCHIO DI PERDERE TERRENO

Al momento sono solo voci a fronte di nessuna ufficialità. Il fatto di non sapere nulla, quasi fossimo abbandonati a noi stessi, è l’aspetto più negativo. Sintomatico di ciò è l’uscita in piattaforma del film Godzilla Vs Kong. Mentre in altri Paesi come l’Inghilterra si sono organizzati per tempo, dando agli esercenti cinematografici ma non solo, date certe di riapertura grazie alla seria organizzazione di un piano vaccinale, in Italia è come se il Governo agisse al buio. Una verità sotto gli occhi di tutti che coglierebbe anche un bambino. Basti pensare allo stesso comparto turistico. Se chi vi lavora non sa quando è possibile riaprire, mi chiedo come sia mai possibile competere con i mercati stranieri. Già in Spagna e in Francia sanno per certo che andranno a riaprire. Così si perde terreno. Parliamo, come nel nostro caso, di attività differenti da un tabacchino o da un ristorante, al quale puoi comunicare che nell’arco di due giorni può riaprire. Nel nostro caso abbiamo bisogno di organizzare un’intera filiera, che, nonostante tutto, stiamo avendo l’accortezza di attenzionare per farci trovare pronti in qualsiasi momento.”

UN VERO E PROPRIO PRESIDIO SOCIALE

A distanza di un anno dall’intervista rilasciata al nostro giornale, in cui prendeva atto della chiusura del Metropolitan e del Tiffany causa lockdown, l’imprenditore precisa. “Il cinema ha un ruolo importante sotto l’aspetto della socialità, anzi, così come il teatro è giusto definirlo quale vero e proprio presidio sociale . E poi si sa bene quanto fondamentale sia sotto l’aspetto del volano economico di una comunità. Basti pensare a tutte quelle attività collaterali, compresi i marchi più affermati, pronte a beneficiare di chi esce per andare al cinema. In proposito ci sono studi che provano che un euro speso in una sala cinematografica bisogna moltiplicarlo per cinque.”

CINEMA SENZA RIVALI

E a chi gli prospetta un inquietante cambio di abitudini causato dalla pandemia, con tanta gente che ha assaporato in maniera crescente la comodità delle pay tv, Di Patti non ha dubbi. “Non scherziamo. Il cinema è un’istituzione, sinonimo di evasione, libertà, svago e, come detto socialità. Chi esce per andare a vedere un film lo fa nella maggioranza dei casi per godersi la serata anche a fine proiezione. E poi lo dice la stessa storia del settore; nè i film in gergo cosiddetti craccati, tantomeno la nascita delle piattaforme ha fatto sì che il cinema risentisse minimamente della perdita di spettatori.”

IL SOGNO DI TORNARE DOVE CI SI ERA LASCIATI

A testimoniarlo è il già citato kolossal “Godzille Vs Kong” – ricorda Di Patti – , che in Paesi come Stati Uniti e Cina ha fatto registrare al botteghino cifre da capogiro. Un’occasione persa invece in Italia, laddove, proprio per il non sapere assicurare date certe di riapertura delle sale, la Warner Bros ha optato per farlo uscire in piattaforma. E poi, riguardo in particolare questo genere di produzioni, avendo l’abitudine di seguire tanti blog, mi accorgo che i ragazzi per primi non amano seguirle tramite pay tv.” Insomma, secondo Saverio Di Patti, una volta usciti fuori dal tunnel, ad avere la meglio sarà senza alcun dubbio la voglia di tornare alle vecchie, sane abitudini. “Non potrà essere altrimenti. La gente, i giovani come i meno giovani, non aspettano altro di riassaporare la libertà, innanzitutto quella che non ti impone più di dovere portare una mascherina al volto. Già, tornare a gremire gli spalti di uno stadio piuttosto che quelli di un teatro, così come sedersi sereni all’interno di una sala confortevole, sgranocchiando pop corn davanti un bel film. “Se ce l’hanno fatta altre Nazioni ce la faremo anche noi – conclude Saverio Di Patti -, a condizione di agire in maniera più decisa, soprattutto riguardo il buon funzionamento del piano vaccinale”.