Un itinerario racconta la Palermo dei Cartari e i segreti delle bische
Il percorso serale nel centro storico si terrà mercoledì 5 luglio a partire dalle 20:15
“Bari e Baroni: quando a Palermo s’azzardava la roba”: è il titolo del nuovo evento serale a cura dell’associazione culturale “In Iitnere” di Serena Gebbia e Giovanna Gebbia nell’ambito della programmazione estiva.
Una lettura inedita e inusuale del capoluogo siciliano dei secoli scorsi, tra mazzi e semi, azzardo e rilancio.
Un percorso nuovo che incrocia i segreti delle bische e racconta la passione dei palermitani per il gioco con le carte.
Un amore antico che proviene addirittura dalla Spagna islamica: in Sicilia le carte approdarono infatti intorno al XIV secolo.
A partire da quel periodo storico, la cosiddetta baraja española da quaranta carte e quattro semi ha continuato a espandersi. Semi assai somiglianti tra loro si trovano in Sicilia e in tutto il Sud Italia.
Il nuovo itinerario che narrerà di storie legate a un mondo che si divide tra azzardo e magia, tra passione e vizio, vicende raccontate camminando per le strade della Palermo antica tra palazzi, balate di strada, catoi e tavole da gioco.
LA MAESTRANZA DEI CARTARI NELLA ZONA DEL CAPO
A Palermo le carte si chiamavano naibi, dallo spagnolo naipe che significa proprio carta da gioco.
Se in principio il gioco delle carte era soprattutto un interesse dei bambini, ben presto vi si appassionarono anche agli adulti.
La tradizione ha tramandato i giochi delle carte così come sono noti nel contesto popolare e tra la gente.
Nella città barocca nacque la maestranza dei Cartari di cui oggi rimane il vicolo che racconta la storia dell’antico mestiere ormai scomparso, insieme a tutti gli altri di cui rimane la toponomastica.
Ogni corporazione di maestranze si concentrava in zone specifiche della città: i toponimi ancora esistenti ne tramandano la memoria.
I Cartari avevano le loro botteghe nella zona del Capo, nei pressi di via Beati Paoli, ma dalla seconda metà del Settecento si spostarono nel cosiddetto Piano dei Cartari, vicino piazza Borsa.
Attualmente, la via e l’arco dei Cartari ne testimoniano la presenza.
Il gioco diventò un modo per stare in società, ma anche una pratica “truffarda” e rovinosa per interi patrimoni, mescolandosi con il malaffare: editti e proibizioni bandirono il gioco in città.
IL RACCONTO DI GIUSEPPE PITRÈ
Lo scrittore ed etnologo Giuseppe Pitrè, nel suo resoconto sulla passione dei palermitani, narra i dettagli del gioco a carte.
“Il giuoco era fascino morboso, ossessione. Lunghe ore del giorno, intere notti, rimanevano attaccati alle sedie: gli occhi avidamente fissi sui gruzzoli di monete che facevano monticelli nel centro; lo spirito tremebondo al muovere di una carta, dalla quale dipendeva la sorte loro, della loro famiglia. Il ricco d’oggi poteva non esserlo più domani; senza testamento, l’ultimo giocatore diventare il facile erede d’un feudo. L’eguaglianza di ceto regnava sovrana tra disuguali per censo; ogni cuore si chiudeva alla pietà, e il dolore d’uno era la gioia d’un altro”.
I DETTAGLI DELL’ ITINERARIO
Il raduno dei partecipanti è in programma mercoledì 5 luglio alle 20:15, in via del Parlamento lato corso Vittorio Emanuele.
Il percorso, della durata complessiva di due ore, si concluderà in via Alessandro Paternostro.
A condurre l’itinerario, facile e adatto a tutti, sarà una guida autorizzata.
La quota di adesione di dodici euro comprende il noleggio degli auricolari e la degustazione di prodotti tipici siciliani.
Per effettuare la prenotazione, obbligatoria e possibile fino al raggiungimento del numero consentito di adesioni, si può contattare il numero 393.6655232 oppure trasmettere una mail a info_initinere@libero.it.
Chi avesse necessità di parcheggiare, può trovare posteggio nell’area del Foro Italico e nelle zone limitrofe.