Mai come in questi tempi stiamo apprezzando il valore della cultura. Non potere essere fisicamente all’interno di un Museo, di una Pinacoteca, di un Parco archeologico, ci ha fatto sentire ancora più forte questo bisogno primario, che troppo spesso abbiamo dato per scontato. Per molti di noi l’arte è una delle gioie della vita e come tale in questo periodo particolare ci manca tremendamente. Ma non è detto che l’impossibilità di visitare fisicamente i luoghi della cultura ci impedisca di frequentarli ugualmente, grazie alle nuove forme di comunicazione. Proprio con il digitale, la nostra fruizione dell’arte e del bello può in qualche modo continuare, con mezzi diversi, con approcci nuovi, ma comunque sempre utili a mantenere quel contatto che abbiamo capito essere indispensabile.
La pandemia che stiamo attraversando, ha devastato il sistema del turismo e della cultura, travolgendo otre alle istituzioni, migliaia di addetti e professionisti del settore che hanno visto azzerare le loro possibilità lavorative da un giorno all’altro. Da oggi e per molti mesi, forse anni, la fruizione della cultura sarà dunque diversa, con nuovi approcci da parte nostra ma anche con nuove modalità degli addetti ai lavori che dovranno, e già in parte lo fanno, aprirsi a nuovi scenari, soprattutto tecnologici.
Nel mondo, circa il 90% dei musei ha chiuso l’accesso al pubblico: una situazione unica e imprevista che purtroppo porterà soprattutto le piccole realtà a chiudere definitivamente. Una catastrofe culturale di dimensioni epiche che molti hanno iniziato a fronteggiare fin da subito con la loro presenza sulla rete, utilizzando i social, gli incontri online, l’utilizzo delle più nuove tecnologie di visualizzazione virtuale e immersiva.
Insomma, un pronto soccorso culturale che però, in buona parte dei casi, soprattutto in Italia, e in particolare in Sicilia, ha visto la presenza di buone pratiche piuttosto sparute. I grandi musei, quelli che già avevano adottato un approccio moderno di fruizione, sono riusciti in qualche modo ad offrire un’offerta valida, attestata dai grandi numeri fatti in occasione di visite virtuali e eventi sul web. E ciò ha prodotto anche un valore aggiunto inaspettato: nuovi utenti si sono avvicinati al mondo della cultura, attratti dai nuovi sistemi di fruizione.
Chi prima di questo arresto forzato non aveva mai visitato un museo, invogliato dalle nuove modalità si è adesso approcciato alla visita. E questo è uno dei, pochi per la verità, segnale positivo. Ma ancora, lo sforzo obbligato cui si sono dovuti sottoporre i musei, ha prodotto il prolificare di piattaforme digitali e sistemi di incontro sul web di assoluta novità: nuove forme di socialità culturale che sono ormai divenute una consuetudine.
La Galleria degli Uffizi di Firenze, il Moma di New York, il Getty Museum, il Musée d’Orsay di Parigi e il British Museum di Londra, grazie alla piattaforma “Arts & Culture” di Google, sono presenti, assieme a circa tremila musei di tutto il mondo, con le loro collezioni e con una modalità di visita virtuale assolutamente innovativa. Grazie alla modalità virtuale a 360°, da casa abbiamo la possibilità di visitare tutte le sale dei musei, visualizzare le opere d’arte spesso ad altissima risoluzione, apprezzando particolari a volte poco fruibili anche dal vero. Altre istituzioni hanno utilizzato i loro siti internet per venire incontro alle esigenze del pubblico con una rinnovata platea di visitatori: il Louvre di Parigi e i Musei Vaticani, hanno raggiunto cifre vicine al mezzo milione di visite virtuali.
Molte strutture museali hanno comunque avviato attività alternative alla presenza: mostre e conferenze sono state digitalizzate e sono state avviate campagne social per coinvolgere gli utenti in occasione di eventi, presentazioni e attività per alleviare le difficoltà dei lockdown.
Con “Arts & Culture” di Google, la visita virtuale a 360° dello splendido e rinnovato Museo di Atene è un’esperienza totale, coinvolgente. Con “Art Camera” di “Google Arts & Culture” sono a disposizione dei visitatori digitali migliaia di opere d’arte riprodotte ad altissima risoluzione. E ancora la possibilità di visitare in un tour immersivo l’antica città di Palmira, in Siria, o il Museo nazionale del Kenya di Nairobi, o una visita virtuale della National Gallery di Londra o, unica esperienza siciliana, un tour nella Valle dei Templi di Agrigento. E ancora il Pergamon Museum di Berlino e il Rijksmuseum di Amsterdam sono tra i dieci musei internazionali più cliccati sulla piattaforma digitale.
Il sito web “Paris Musées” mette a disposizione per il download circa 300mila immagini ad alta risoluzione; nei siti internet, visite virtuali di tutte le sale per il Museo del Prado di Madrid e il Van Gogh Museum di Amsterdam.
Nella prima fase della pandemia, il Getty Museum ha lanciato un’iniziativa divenuta un nuovo fenomeno che ha visto il coinvolgimento di un grande pubblico: il #Getty museum challenge prevede che, scelta un’opera d’arte, gli utenti, muniti di tanta creatività, debbano ricreare l’opera con tre oggetti di uso comune presenti in casa, a portata di mano. Le foto delle “creazioni” sono state postate sui social ufficiali. Un grande successo internazionale con milioni di visualizzazioni che, in maniera forse “inusuale”, ha contribuito a trattare di arte e di bellezza in un modo accessibile a tutti in periodo molto difficile.
Sulla scorta delle restrizioni imposte dal periodo, il Moma di New York, ha dato la possibilità di visitare online le mostre realizzate dal 1929 al 2010. Dal suo sito web si può dunque scegliere l’anno e la mostra preferita, poi il link porterà direttamente alla mostra completa con le opere e le descrizioni.
E sempre oltreoceano, anche lo Smithsonian, il più grande complesso di musei al mondo, ha condiviso un patrimonio di milioni di immagini allo scopo di diffondere la conoscenza.
Tante quindi le possibilità, anche se rimane il fatto che la cultura online non potrà mai sostituire l’esperienza di una visita dal vivo di un museo. Ma forse questa sperimentazione tecnologica “forzata”, ci consegnerà, quando torneremo a circolare liberamente, musei più rinnovati, pronti alle sfide del futuro e magari in linea con le nuove tecnologie.
La sfida è quella di rendere la cultura online economicamente sostenibile e sempre più accessibile, una sfida difficile anche in virtù del fatto che la metà della popolazione mondiale non è connessa a internet.
La situazione in Italia è buona. Dai Musei civici di Venezia che offrono tour virtuali per tutte le loro strutture museali, alla Pinacoteca di Brera con le sue splendide opere presentate ad alta risoluzione. E ancora i Musei Capitolini di Roma con un eccellente tour virtuale, fino agli Uffizi di Firenze che con “Arts & Culture” di Google consente una visita completa e di grande impatto scenografico. E Google ospita anche il Museo archeologico di Napoli, il Museo della Scienza e della Tecnica di Milano, la Venaria Reale di Torino, la Galleria Nazionale di Roma, il Museo del 900 di Milano, il MAXXI, il Museo dell’Ara Pacis, i Musei Civici di Palazzo Farnese, gli Archivi Alinari, il Museo di Capodimonte.
Sempre in Italia, il Museo Egizio di Torino, oltre alle visite on line, propone sui propri canali social incontri con ricercatori internazionali e curatori che raccontano dei temi della ricerca e dell’indagine egittologica.
Con la serie visibile su Youtube “Le passeggiate del Direttore”, il visitatore ha la possibilità di esplorare il museo con il racconto “dal vivo” del suo direttore.
Grande spazio è dedicato ai più piccoli con una serie di iniziative che coinvolgono ragazzi in attività didattiche online. E la serie “Stelevisione” dove piccoli giornalisti intervistano gli egittologi del museo.
Il Parco archeologico del Colosseo, da sempre attento alle iniziative online, ha di fatto accresciuto l’offerta per i suoi utenti creando quello che viene definito dalla direttrice Alfonsina Russo il “Quinto sito”, sempre aperto al di là di qualsiasi contingenza. E quindi dirette facebook dagli scavi, conferenze online, itinerari di visita virtuali e incontri con esperti e divulgatori che raccontano le meraviglie di uno dei siti archeologici più visitati del mondo.
Vale la pena ricordare, nel panorama delle nuove offerte culturali, l’esperienza di “Museo nazionale”. Una fortunata trasmissione andata in onda su Rai Radio3, un libro, e anche una sezione web del sito rai.it, che permette di ascoltare in podcast o leggere la descrizione di 150 opere d’arte memorabili, da parte di critici di fama internazionale. Un modo alternativo, forse più slow, per ascoltare bellezza e cultura.
E la Sicilia? Purtroppo la situazione non è delle migliori. A fronte di un patrimonio storico artistico ingente, la possibilità di fruirne in maniera digitale è abbastanza ridotta. Solamente il Parco archeologico della Valle dei Templi di Agrigento propone un tour virtuale, e di buon livello, con Google. Per il resto molto poco. Sulla piattaforma “Arts & Culture” di Google, presenti oltre al parco della Valle di Agrigento poche realtà: Favara Cultural Farm, Fiumara d’Arte di Antonio Presti, Palazzo Asmundo di Palermo, la Galleria d’Arte Moderna di Palermo, l’Associazione Italiana Giovani per l’Unesco. E i grandi Musei, i Parchi archeologici, le Gallerie regionali? Un’App realizzata dall’Assessorato dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, scaricabile per smartphone e tablet, ci porta nei luoghi della cultura siciliani con notizie, video, fotografie, informazioni. Un valido strumento per conoscere la realtà dei parchi archeologici siciliani, ma ancora non basta.
Il potenziale è ovviamente enorme e la Sicilia dovrà accelerare per innalzare il proprio livello di fruizione sul web. Anche in vista dei nuovi finanziamenti che avranno il digitale come obiettivo primario. Cultura e tecnologia, mai come adesso, devono camminare assieme. Un binomio che in questa fase della nostra storia può e deve aiutarci a ripartire e colmare un gap che storicamente ci portiamo dietro, mortificando mai come adesso un patrimonio di Storia e bellezza unico al mondo.