A causa dell’aumento dei contagi soprattutto al Centro-Nord, il governo Draghi sta valutando l’ipotesi di un lockdown generalizzato di tre settimane in tutta Italia. Una stretta che in Sicilia, a al riparo dalla terza ondata, non piace. Il commissario per l’emergenza a Palermo, Renato Costa, come riportato da Repubblica, ha detto: «Il problema sono i rientri a Pasqua. A Palermo i voli in quella settimana triplicheranno». Il Comitato tecnico scientifico nazionale riunitosi ieri ha comunque stabilito che le sole restrizioni della zona gialla non sono sufficienti a contenere l’epidemia. Per questo c’è il rischio che la Sicilia possa finire, fino a Pasqua, in una sorta di “zona gialla rafforzata”.
È indubbio che nell’isola tutte le percentuali sono inferiori al resto d’Italia. Conseguenza, secondo gli esperti, delle due settimane di zona rossa seguite dalle due arancioni. Un vantaggio da non disperdere. Per questo c’è chi suggerisce una cintura di sicurezza in previsione dei rientri pasquali. Il commissario Costa dice: «Nella settimana dal 29 marzo al 4 aprile i voli a Punta Raisi passeranno dagli attuali 15-20 al giorno a 62. Potrebbero arrivare più mille persone al giorno». Perché nonostante il divieto di spostamento in vigore fino al 6 aprile, il rientro al proprio domicilio o le partenze per motivi di lavoro, salute o necessità è sempre garantito. «In questo periodo, per chi sbarca da voli internazionali, raddoppieremo i turni per i tamponi — aggiunge Costa — e faremo test rapidi di seconda generazione e doppio tampone, antigenico e molecolare».
BLINDARE I CONFINI
Considerando che il pericolo sono le varianti, Costa dice: «Più che il lockdown, in Sicilia sarebbe utile blindare i confini, per evitare che entrino asintomatici che farebbero circolare di più il virus. Anche i porti, dove ci sono flussi consistenti. I passeggeri sono passati dai circa 30 per nave a gennaio, ai 200 di ora. E tra Palermo e Termini Imerese arrivano 20 navi al giorno». A proposito dei rientri, il professore Antonello Giarratano, membro del Cts regionale, è della stessa opinione. «Se non si trovano nuovi sistemi di controllo nei punti di accesso all’Isola ─ ha detto ─, dove tutto è basato sulla volontarietà di adesione allo screening, ci potremmo trovare di fronte a un nuovo aumento dei contagi. Dobbiamo invece gestire il vantaggio almeno fino a settembre, quando si spera sia vaccinato il 70 per cento della popolazione».