Lando Buzzanca si è spento a Roma, domenica 18 dicembre, all’età di 87 anni. Il ricordo dell’attore palermitano si mescola in queste ore a fervide polemiche relative ai suoi ultimi anni di vita e alle sue condizioni di salute. Le polemiche, a dire il vero, erano iniziate poco prima della morte del “Merlo maschio” del cinema italiano; a darvi il via a fine novembre era stato un post su Facebook del medico Fulvio Tomaselli che lo aveva descritto come “rannicchiato in un letto, scheletrico, sfinito, drammaticamente lucido”.
Lando Buzzanca era finito in una rsa lo scorso anno, dopo una caduta in casa. L’8 novembre di quest’anno era stato invece ricoverato al Policlinico Gemelli di Roma per denutrizione e piaghe da decubito. A commentare la morte dell’attore anche la compagna Francesca Della Valle, che al Corriere della Sera ha ribadito le accuse verso i familiari di Buzzanca: “Si è realizzato, ciò che avevo previsto e dichiarato. Nessuno è intervenuto affinché Lando fosse salvato”.
Adesso Raffaella de Rosa, compagna di Massimiliano Buzzanca, figlio dell’attore, con un post su Facebook interviene sulla questione. “Addio a Lando. Per me un secondo papà – scrive -. E un grande papà per l’uomo che amo, che oggi è così meraviglioso anche grazie a lui, ai suoi insegnamenti e all’educazione profonda che gli ha trasmesso, insieme a sua moglie Lucia. Purtroppo però questo momento che dovrebbe essere lasciato al ricordo e al dolore, è funestato dalle polemiche sterili e inopportune sulla gestione della malattia di Lando. Per cui, adesso lo scrivo perché sia chiaro una volta per tutte”.
“Massimiliano aveva chiesto al giudice tutelare di poter riportare il padre a casa, ma il giudice in accordo con l’Ads e con i medici, ha valutato legittimamente che non ci fossero le condizioni di salute per farlo. Il figlio non ha potuto fare di più, se non stargli accanto nei luoghi di degenza. È CHIARO? Poi se non capite l’italiano o non avete nessuna minima conoscenza giuridica, c’è un verbale del GT che avvalora queste affermazioni”.
“A questo punto, non si può accusare Massimiliano, il figlio, di averlo “abbandonato in Rsa” o di “averlo ucciso”, perché lui al contrario ha fatto di tutto per riaverlo a casa. Fate le vostre battaglie contro chi vi pare, ma LASCIATE FUORI Massimiliano da qualsiasi attacco mediatico, vile, ingiusto e infamante. E diffidiamo chiunque – per il momento bonariamente, ma presto anche legalmente – dal continuare a calunniarlo e diffamarlo, per di più in questo momento di dolore per lui assoluto.
Informatevi, verificate, riflettete cento volte prima di parlare o di giudicare, perché chi urla più forte quasi sempre è chi dovrebbe tacere”.
Foto da Facebook Raffaella de Rosa