I lavoratori dell’Opera Pia a Lorefice: “Chiediamo rispetto e dignità “
In una lettera aperta, gli ex lavoratori dell’Opera Pia Cardinale Ruffini al prelato: “Non è mai troppo tardi….. per fare giustizia e rimediare agli errori.
Considerato il contesto è il caso di definirla quale una vera e propria Via Crucis. Tre anni e mezzo sono trascorsi da quando, nell’ottobre del 2017, l’Opera Pia Cardinale Ernesto Ruffini chiuse per fallimento. Un fulmine a ciel sereno che vide ben 42 dipendenti, operanti in centri per anziani, bambini e disabili perdere il lavoro di punto in bianco. Da allora, innumerevoli furono gli incontri tra le rappresentanze sindacali e i lavoratori volti alla risoluzione del problema. Ad un certo punto fu pure proposta la riduzione dell’orario di lavoro dei dipendenti e, di conseguenza, una riduzione dello stipendio. Soluzione non accettata dalla maggior parte di loro che, soltanto nell’agosto dello scorso anno potè finalmente esultare per l’accoglimento della vertenza.
IENE ALL’ATTACCO
Un caso spinoso che, in breve tempo si trasformò in vero scandalo, con l’ex cardinale Lorefice additato tra i colpevoli. Incalzato dalla iena Filippo Roma, indimenticabile fu la fuga ripresa dalle telecamere del prelato. Nonostante incassasse centinaia di migliaia di euro di finanziamenti pubblici, l’Opera Pia, che come detto annunciò di essere sull’orlo del fallimento, fece registrare un atto umanamente incomprensibile. Lorefice infatti, dopo avere dato indietro una parte dei soldi, in seguito se li riprese in qualità di presidente. Un gesto che fece restare basiti i lavoratori, alcuni dei quali arrivarono persino a dire di aver perso fiducia nella Chiesa.
IL NUOVO APPELLO
Oggi, in tempo di pandemia, laddove mantenere un impiego è sempre più raro e la ricostruzione dell’Opera Pia ha fatto registrare un’improvvisa frenata, ecco il nuovo appello dei lavoratori all’arcivescovo Corrado Lorefice.
LETTERA APERTA AL VESCOVO DI PALERMO mons. CORRADO LOREFICE
Quali figli di questa chiesa palermitana, che ingiustamente e incolpevolmente sono stati condannati, licenziati e umiliati come se avessero commesso il peggior delitto possibile, senza possibilità di appello e di perdono, Le rivolgiamo l’ennesima richiesta per un incontro….. un dialogo…… una risposta….. un qualsiasi gesto di sensibilità cristiana, e tentare una soluzione giusta e dignitosa per il superamento di questa amara contesa.
Abbiamo bisogno di sentire l’eco delle parole di Gesù nelle sue parole; parole di misericordia, di compassione e di rispetto della dignità umana.
Sulla scorta dell’insegnamento del Vangelo: “Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto; perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto.” (Mt 7,7-8), ci siamo persuasi che sia nostro dovere di cristiani rivolgerle, con forza e tenacia, un ulteriore e accorato appello, per ricostruire insieme un futuro fondato sulla giustizia sociale, bene supremo per qualsiasi comunità. E’ proprio dell’essere Chiesa il compito di assicurare la giustizia sociale, realizzando le condizioni che permettano agli individui di ottenere ciò a cui hanno diritto e soprattutto adempiere al dovere di farsi prossimo degli altri e di servirli attivamente , soprattutto quando costoro sono particolarmente bisognosi, sotto qualsiasi aspetto.
Non è mai troppo tardi….. per fare giustizia e rimediare agli errori.
Eccellenza reverendissima, questa è la realtà che siamo chiamati a realizzare in questo tempo di quaresima, pronti ad accoglierla nel nostro cuore e far trionfare sentimenti di filiale affetto, di fraterna amicizia e di paterna vicinanza.
Sappiamo, che l’impegno che l’attende non sarà facile, ma siamo fiduciosi e nutriamo profonda speranza che in Lei alberghi la virtù e la grazia dello Spirito Santo, che lo rende capace di giustizia nella verità, aperto e disponibile ad affrontare e risolvere questa triste e dolorosa situazione e dei tanti problemi che affliggono le nostre famiglie.
Gli ex lavoratori dell’opera pia E. Ruffini