Le truppe russe si ritirano da Kherson: possibili trattative di pace

La svolta russa potrebbe spiegarsi con il risultato delle elezioni americane, che non hanno indebolito Biden. Ma anche con la superiorità militare ucraina. Ora potrebbe essere possibile un negoziato. I timori di Kiev

La Russia ha ordinato alle sue truppe di ritirarsi da Kherson, città strategica nel Sud dell’Ucraina.  Ieri 9 novembre,   il ministro della difesa russo Sergei Shoigu ha annunciato di aver ordinato il ritiro delle truppe di Mosca dalla sponda occidentale del fiume Dnepr, e quindi dalla città più vicina alla Crimea, la prima e unica conquistata ed occupata dopo l’inizio delle ostilità il 24 febbraio. Una decisione probabilmente presa considerando la controffensiva ucraina in atto da alcune settimane. Kherson era caduta completamente in mano russa il 2 marzo 2022. Alcuni osservatori hanno collegato questa decisione al risultato delle elezioni americane. Era prevista una forte avanzata dei repubblicani di Trump ed un forte indebolimento di Joe Biden. Invece i risultati non hanno confermato i sondaggi, e l’attuale presidente, amico degli ucraini,  è rimasto saldamente in sella.

Il ritiro delle truppe annunciato in una diretta televisiva

L’annuncio della ritirata è arrivato mentre era in corso una diretta televisiva. Il generale Sergei Surovikin, comandante dell’esercito russo in Ucraina, rivolgendosi al ministro della Difesa Sergei Shoigu ha detto: «Kherson non può essere rifornita completamente. La Russia ha fatto tutto il possibile per garantire l’evacuazione degli abitanti di Kherson». La risposta del ministro è stata immediata: «Sono d’accordo con le tue conclusioni e proposte. Procedi con il ritiro delle truppe e prendi tutte le misure per trasferire le forze attraverso il fiume», ha detto senza alcuna esitazione Shoigu. Una dichiarazione che ha stupito non pochi, tanto più  che fino a pochi giorni fa lo stesso ministro aveva assicurato che Mosca non aveva intenzione di arrestare la sua avanzata nella regione, mentre l’esercito era impegnato nel trasferire decine di migliaia di residenti da una riva all’altra del Dnipro, il fiume su cui si affaccia Kherson. Perdere questa città, per Vladimir Putin, equivale a perdere una regione strategica, confinante con la Crimea. Perché lascia scoperto il fianco della penisola annessa nel 2014. E gli ucraini hanno già dimostrato con numerosi attacchi di volersi riprendere.

La cautela dell’Ucraina,  ma potrebbero partire i negoziati di pace

Mentre i 40mila soldati russi stanno lasciando la regione di Kherson, l’Ucraina reagisce con cautela all’annuncio. Mykhailo Podolyak, consigliere senior del presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy, ha detto a Reuters che alcune forze russe sono ancora a Kherson e che  era troppo presto per parlare di ritiro. Gli ucraini temono che la Russia voglia solo riorganizzarsi. Ma l’attendismo di Kiev potrebbe essere legato anche alle voci che sono circolate di recente su un possibile tentativo di Usa e Ue di far ripartire i colloqui di pace tra Ucraina e Russia. Per alcuni il ritiro da Kherson potrebbe essere una delle condizioni poste a Mosca dall’Occidente per intavolare i negoziati. Non a caso, in questa fase, si moltiplicano le aperture di Mosca al dialogo con Kiev. Negoziati possibili sulla base della «attuale situazione», ha fatto sapere per ultima la portavoce del ministero di esteri Maria Zakharova. Ma Kiev non sarebbe d’accordo, e vorrebbe imporre altre condizioni prima di tornare a parlare di pace con la Russia. (Foto libera Mikhail Volkov)