Linfedema, a Palermo il IX Convegno di Flebologia con 40 relatori da tutta Italia
L’evento si terrà dal 5 al 7 maggio al Casale San Lorenzo
In Sicilia esiste un polo d’eccellenza per la cura del linfedema, patologia cronica rara che coinvolge circa 500mila italiani, di cui 50mila nell’Isola. Questo il tema del “IX Convegno SIF Regione Sicilia – Flebolinfologia Update” che si terrà dal 5 al 7 maggio a Palermo, al Casale San Lorenzo. Presidenti il dottor Mario Bellisi e la professoressa Adriana Cordova.
Il IX Convegno di Flebologia
Quaranta i relatori da tutta Italia, circa 50 gli interventi e diverse le professionalità presenti. Un appuntamento dedicato a una patologia rara e di cui si discute poco, ma ormai è altissima la richiesta di aiuto da parte dei pazienti. “Questo convegno è espressione di un fermento nazionale sui temi della linfologia e della flebologia – spiega il dott. Mario Bellisi, direttore dell’Uosd di Flebolinfologia dell’azienda ospedaliera universitaria Policlinico di Palermo e responsabile SIF Regione Sicilia -. È altissima la richiesta a Palermo e non solo di pazienti che necessitano di un trattamento adeguato”.
Linfedema, il primato del Policlinico di Palermo
L’Unità operativa di Flebolinfologia del Policlinico di Palermo è il primo centro in Italia ad avere individuato una cura innovativa per i linfedemi. “Siamo i primi al mondo ad aver ideato una nuova metodica di trattamento, la terapia rigenerativa”, prosegue Bellisi.
Importante ed innovativa anche la scelta di lavorare sulla correzione dello stile di vita e la proposta di un piano nutrizionale corretto e personalizzato che mira a ridurre l’infiammazione generale sistemica, in particolare l’infiammazione dei tessuti.
“Nell’ambulatorio di Fleboloinfologia dell’Azienda Policlinico di Palermo, si è dato il giusto spazio all’aspetto della correzione nutrizionale – spiega il dott. Edmondo Palmeri, chirurgo vascolare, esperto di nutrizione e salute e consigliere nazionale Sif -. Oggi, più che mai, la correzione dell’infiammazione di basso grado deve essere corretta modificando soprattutto le abitudini alimentari, in tutte le malattie croniche-degenerative e oncologiche”.