È morto all’età di 59 anni Biagio Conte, il missionario laico palermitano amato da tutti. Da mesi lottava contro un tumore al colon. Fondatore della “Missione di Speranza e Carità“, Fratel Biagio ha sempre rappresentato un punto di riferimento, un ancora per molti abitanti di Palermo, soprattutto per i più bisognosi.
Dalla notizia della sua malattia, qualche mese fa, tutta Palermo si era stretta subito attorno a lui, nella speranza che potesse vincere la dura lotta contro il cancro. Negli ultimi giorni si era poi diffusa la notizia di un aggravamento delle sue condizioni di salute. L’ultima apparizione pubblica risale a domenica scorsa, 8 gennaio, in occasione della celebrazione Eucaristica presso la chiesa della Cittadella del povero di via Decollati. Il missionario aveva voluto prendere parte alla messa e i suoi confratelli lo avevano accontentato trasportandolo su una lettiga vicino all’altare. Tanti i fedeli accorsi, che lo hanno circondato d’affetto attraverso un lungo applauso nel momento in cui la lettiga ha lasciato la chiesa. Nelle scorse ore la notizia di un peggioramento ulteriore del suo quadro clinico.
Figlio di imprenditori edili, a 16 anni abbandona la scuola ed inizia a lavorare nell’impresa edile di famiglia. Nel 1983, a causa di una profonda crisi spirituale, Biagio decide di allontanarsi andando a vivere a Firenze.
Nel 1990 decide di vivere come un eremita, ritirandosi nelle montagne dell’entroterra siciliano e successivamente andando in pellegrinaggio a piedi verso Assisi. Torna a Palermo nel 1991 per salutare i familiari, con l’intenzione di trasferirsi in Africa come missionario, ma lo stato di miseria in cui ritrova la sua città lo porta a cambiare idea. Nel 1993 fonda dunque la “Missione di Speranza e Carità”, che oggi accoglie più di 200 persone.
L’annuncio della malattia era arrivato nel giugno scorso. Una nota diffusa dalla Missione Speranza e Carità chiariva che Biagio Conte era stato ricoverato in ospedale “a motivo di alcuni esami di laboratorio e alcuni sintomi che si sono presentati nell’ultimo periodo e che hanno fatto ritenere opportuno un approfondimento”. Lì la neoplasia era venuta alla luce.
“Tanti cittadini che lottano contro questo stesso male possono sentirsi vicino nella preghiera e nel travaglio di questo cammino di sofferenza – proseguiva la nota -. In questi giorni tanti, tantissimi hanno chiamato al telefono o inviato messaggi per chiedere informazioni sulle sue condizioni di salute. Avremmo preferito rispondere ad ognuno, uno per uno, ma le richieste sono troppe e non riusciamo. Abbiamo preferito che a tutti arrivasse questo messaggio soprattutto perché contiene la precisa volontà e le parole che fratel Biagio ha chiesto di condividere ai fratelli missionari che lo assistono in ospedale. Ringraziamo tantissimo il personale sanitario, i religiosi e i volontari dell’ospedale che stanno ogni giorno donandosi e prendendosi cura di fratel Biagio con tanto amore e impegno. Una preghiera anche per loro”.
Nel mese di ottobre, in una lettera all’arcivescovo di Palermo, era state resi noti ulteriori aggiornamenti. “Carissimo Arcivescovo Corrado – si legge – fratel Biagio ti chiede di starmi tanto vicino, mi hanno riferito dopo un’ulteriore visita medica all’ospedale Ismett, che devo prolungare altri tre mesi di chemioterapia e dopo operarmi al colon, e dopo un altro ciclo di chemioterapia, interverranno al fegato, per sostituirlo, cioè faranno il trapianto”.
“Caro Pastore Corrado, sono molto preoccupato – proseguiva la lettera -. Stammi vicino, mi affido alle tue preziose preghiere e sono contento di condividere oggi i tuoi preziosi anni; sappi che le mie misere preghiere sono vicine a te ed a tutta l’amata Santa Chiesa”
Fonte foto: avvenire.it