Mafia, Dia confisca beni per 12mln a imprenditore compresa tenuta di caccia
La Dia di Caltanissetta confisca beni per circa 12 milioni di euro all’imprenditore edile Paolo Farinella. Il 76enne originario di Gangi (Palermo) è ritenuto interlocutore privilegiato di personaggi di spicco di Cosa nostra nei territori di Caltanissetta, Palermo e Trapani. I beni immobili sono in tutto 169 a Caltanissetta e 18 a Gangi. L’imprenditore subentrò alla morte del cugino Cataldo Farinella, elemento, secondo la Dia pienamente inserito in Cosa Nostra. Paolo subentrva di fatto nella gestione delle imprese, mantenendo i rapporti con esponenti di rilievo della mafia nissena, palermitana e trapanese.
SEQUESTRI ALL’ORDINE DEL GIORNO
Sequestri e confische di beni in Sicilia sono all’ordine del giorno non solo per mafia ormai. Di recente La Polizia di Stato operante a Palermo ha eseguito un decreto di confisca emesso dalla sezione misure di prevenzione per 500.000 euro, nei confronti di Marco Marsala palermitano 41 anni. Tre beni immobili, una villa unifamiliare nel comune di Altavilla Milicia in un residence fornito di ampi spazi verdi e di piscina, due appartamenti a Palermo in via Villagrazia, e rapporti finanziari. Questo quanto è stato confiscato a Marsala, altresì accusato di traffici di stupefacenti e reati contro il patrimonio.
A MIMIANI NEL NISSENO LA RSERVA DI CACCIA DI COSA NOSTRA
Sempre secondo le indagini, un suo negozio di detersivi in via dell’Orsa Minore sarebbe diventato un punto di riferimento e piazza di spaccio per il quartiere. Marsala sarebbe accusato anche di una tentata rapina il 31 maggio 2017 agli uffici delle Poste Italiane di piazza della Costellazione. Tra i beni confiscati c’è anche un terreno, nella contrada Mimiani di Caltanissetta, di circa 300 ettari, con annessa azienda agraria. Secondo l’accusa, in passato sarebbe stato utilizzato come riserva di caccia da noti esponenti di Cosa nostra siciliana, come Bernardo Provenzano e Giovanni Brusca durante la loro latitanza.