Sono passati esattamente trentasei anni da quando, a Palermo, prese il via Maxiprocesso. Una data importante non solo per il capoluogo, ma per l’Italia intera.
Nome determinato dall’imponenza delle sue dimensioni, il Maxiprocesso di Palermo vide in primo grado 475 imputati, poi scesi a 460, e circa 200 avvocati difensori. Il processo di primo grado terminò il 16 dicembre 1987; la sentenza finale della Corte di Cassazione arrivò invece il 30 gennaio 1992. Omicidio, traffico di stupefacenti, estorsione e associazione mafiosa sono solo alcuni dei crimini puniti mediante il processo penale alla mafia.
“Trentasei anni fa iniziava il Maxiprocesso nel quale il Comune, con un’Amministrazione in trincea a difesa del valore della legalità, si costituì parte civile. Dal 10 febbraio 1986 Palermo smise di essere la capitale mondiale della mafia. Al contrario dava al mondo un preciso e chiaro segnale: lo Stato cominciava a combattere seriamente Cosa Nostra”. Così il sindaco Leoluca Orlando ha dichiarato in una nota.
“Quella data rappresenta per la Città di Palermo, per l’intero Paese, una rottura; indica un ‘prima e un dopo’ nella lotta alla mafia. Da allora nulla è stato più come prima e abbiamo dovuto subire la sofferenza delle stragi del 1992 per fare in modo che quella lotta diventasse una battaglia di tutti. Oggi la mafia, pur esistendo ancora, non governa più Palermo e se la città ha promosso e portato avanti uno straordinario cambiamento culturale lo dobbiamo ai magistrati, alle Forze dell’ordine e ai tanti cittadini che hanno sacrificato la loro vita per combattere la criminalità mafiosa”.