Marineo, delizioso borgo della Città Metropolitana di Palermo, celebra il proprio passato con un’esposizione di memorie fotografiche.
Protagonista degli scatti, la comunità locale in un arco temporale che, dai primi del novecento, giunge fino agli anni settanta.
Un omaggio alle peculiarità di un territorio dalle molteplici risorse, storiche e culturali, molto attrattivo sotto il profilo turistico in virtù delle potenzialità artigianali, enogastronomiche e ambientali.
Inaugurata lo scorso 17 agosto, la mostra, dal titolo “Marineo- Memorie fotografiche”, rimarrà fruibile fino al prossimo 17 settembre.
Ad accoglierla, il cinquecentesco Castello Beccadelli Bologna, che ospita anche il Museo della Valle dell’Eleuterio.
Organizzata da Salvatore Pulizzotto in collaborazione con la Pro Loco di Marineo, l’esposizione fotografica è patrocinata dalla Regione Siciliana.
Per la comunità, la mostra è ormai un appuntamento tradizionale nel segno della continuità culturale.
“Marineo – Memorie fotografiche” si inserisce nell’ambito dei festeggiamenti in onore del Patrono, San Ciro.
L’obiettivo è rendere omaggio a un passato evocativo di bellezza e tradizione.
Ciò è stato possibile grazie al recupero, da parte dei soci della Pro Loco, di centinaia di foto dagli archivi privati dei marinesi.
Le immagini cristallizzano i paesaggi della campagna, del borgo e le manifestazioni d’altri tempi.
Al centro, momenti di socialità e aggregazione di una comunità tenacemente e orgogliosamente legata alla proprie origini, desiderosa di custodire l’identità territoriale.
Un elemento che, congiuntamente al patrimonio artistico, architettonico, storico e naturalistico, può rappresentare per Marineo il motore economico in grado di attrarre visitatori e rilanciare lo sviluppo delle aree a vocazione rurale.
Nel secolo XVI, Carlo V investì del Feudo di Marineo Francesco Beccadelli Bologna, questore dell’isola e signore di Cefalà e Capaci.
Fu proprio per sua volontà che, nel 1553, ebbe origine l’attuale Marineo, a seguito della concessione della “licentia populandi” da parte dello stesso imperatore.
A Francesco Beccadelli Bologna si deve non solo la costruzione del Castello, ma anche della Chiesa del Crocifisso e della Matrice.
Il centro abitato si sviluppò proprio attorno ai due edifici.
Il Castello – la cui opera di ricostruzione fu voluta da Gilberto, figlio di Francesco – ospitava vasti granai ed era contrassegnato da un muro con feritoie sulla rampa di accesso al piano nobile.
Negli anni più recenti, è divenuto un polo culturale di tutto rispetto, dove si tengono mostre d’arte, iniziative letterarie, rassegne ed eventi musicali.
Testimonianze storiche e archeologiche, artistiche e documentarie, reperti provenienti dal comprensorio di Marineo e dai diversi insediamenti distribuiti lungo il corso del fiume.
Il Museo Archeologico Regionale della Valle dell’Eleuterio accoglie al proprio interno un patrimonio di grande valore che racconta una civiltà contadina, ma non solo.
Le peculiarità morfologiche e naturalistiche del territorio, infatti, determinarono, nel corso dei secoli, un’intensa antropizzazione dell’area che diede vita a numerose manifestazioni culturali ancora oggi apprezzabili.
Il Museo prende il nome dalla Valle dell’Eleuterio, fiume che, sin dall’antichità, rappresentò una realtà strategica nel collegamento tra la costa tirrenica settentrionale e l’entroterra.
Esposto all’interno, vi si trova materiale punico, soprattutto statuette, monete e arule.
Ma anche corredi funerari ellenistici e oggetti di uso comune, bicchieri di vetro e monili di epoca tardo romana.
Nelle sale, è possibile inoltre visionare frammenti di anfore invetriate arabe e di epoca normanna e sveva.